Dopo essersi conosciuti nel 2022 durante la registrazione di “CALVARIO” e “TORINO MUGSHOT” all’Heed Studio, Gheddi, rapper ligure stabilitosi a Torino, e Beatnetti, beatmaker torinese, hanno deciso di unire le forze per creare un disco che rappresenta non solo le loro città di origine, Volvera e Torino, ma anche un patto artistico e personale. Il titolo dell’album, “VO.TO”, racchiude questi significati, enfatizzati ulteriormente dalla copertina che ritrae i due artisti vicini, simbolo del legame indissolubile che li unisce.
“VO.TO” è un itinerario musicale tra sonorità classiche e rime taglienti, che non teme di affrontare argomenti scomodi e di contrapporsi alle tendenze mainstream. Il disco nasce spontaneamente dalla collaborazione e dall’amicizia tra Gheddi e Beatnetti, membri rispettivamente delle crew OTC e PNC. Insieme, hanno creato un progetto che si caratterizza per la sua crudezza e autenticità, sfidando le convenzioni e portando alla luce temi spesso ignorati nella musica contemporanea: la tossicità della società odierna, le lotte quotidiane per migliorare il proprio stile di vita, e l’appartenenza a un movimento.
L’album è arricchito dalla presenza di alcuni tra i migliori liricisti dell’underground italiano, come Roy Zen, Pepe Nocciola, None e Tonyus, che apportano il loro contributo con citazioni, punchlines e metafore incisive, conducendo l’ascoltatore direttamente nell’immaginario street degli artisti. Ogni traccia è un tassello che contribuisce a creare un affresco sonoro denso e complesso, in cui si fondono esperienze personali e riflessioni sulla realtà urbana.
“VO.TO” si spinge oltre l’accezione di disco rap, per diventare una vera e propria dichiarazione di intenti, un album che sfida le convenzioni del rap contemporaneo e si propone come manifesto di una generazione che non ha paura di dire ciò che pensa. Le tracce, dai titoli evocativi come “Brutalismo Soviet” e “No Scope 360”, offrono un percorso di ascolto che spazia da atmosfere cupe e pesanti a momenti più intimi di riflessione, passando per liriche cariche di provocazione e tecnicismi.
Gheddi e Beatnetti tendono a non uniformarsi al resto della scena, bensì a distinguersi, con tutti pro e contro della scelta, e raccontano il loro nuovo progetto con queste parole:
«”VO.TO” è nato dalla nostra esigenza di raccontare la realtà così com’è, senza filtri. Abbiamo voluto creare qualcosa che non seguisse le mode, ma che parlasse direttamente alle persone, trattando argomenti che fanno parte della nostra vita quotidiana, delle nostre città, e della nostra cultura. È un disco crudo, ma sincero, che speriamo possa lasciare il segno.»
A seguire, tracklist e track by track del disco.
“VO.TO” – Tracklist:
1. VO.TO
2. Grazie a Dio (feat. Roy Zen)
3. Peligroso (Feat. Pepe Nocciola)
4. Real (feat. Tonyus)
5. Brutalismo Soviet (feat. None)
6. Verità
7. No Scope 360 (bonus track)
“VO.TO” – Track by Track:
VO.TO: un’apertura che mette subito in chiaro le intenzioni del progetto con rime taglienti e suoni crudi che richiamano un’atmosfera di ribellione e critica sociale. I versi sfiorano i temi della ribellione, della dipendenza; una critica dritta e decisa alla società contemporanea. La metafora culinaria iniziale – «Sto cucinando e so che puoi apprezzare, materiale pregiato da impacchettare, senza taglio pronta per le strade» – scalda l’immaginazione dell’ascoltatore, mentre il riferimento al Festivalbar e alla musica obsoleta – «L’estate arriva e sei già pronto per il Festivalbar, musica obsoleta genera moneta perché è scam» – sottolineano una certa intolleranza verso le mode passeggere e la superficialità del mondo dello spettacolo. Si percepisce istantaneamente un conflitto interno tra il desiderio di libertà e una dipendenza metaforica da una società sempre più allo sbaraglio. L’aria di isolamento e di esilio nei confronti di un’epoca “contaminata”, porta a riflettere sulla condizione di vulnerabilità degli esseri umani moderni. Il testo comunica una grande tensione interiore, utilizzando immagini forti e una prosa incisiva che arriva dritta al punto senza troppi giri di parole.
Grazie a Dio (fet. Royzen): un mix di sincerità e introspezione sulle sfide della vita urbana e sulla ricerca di autenticità in un mondo sempre più conformista. Immagini vivide che dipingono un affresco della street life e delle sue complessità. Qui, Gheddi tratteggia il mondo della musica parlando di reputazione, autenticità e di tutte le pressioni sociali per conformarsi. Un richiamo a rimanere fedeli a se stessi, nonostante le aspettative, i preconcetti ed i giudizi esterni. Il testo dà sfogo al desiderio di evasione, criticando al contempo tutti coloro che si atteggiano o mascherano la verità con superficialità. L’appartenenza ad un contesto di periferia è la culla del brano e punta a non demonizzare, bensì a trattare tematiche che, per quanto crude, rappresentano la quotidianità per una fascia considerevole di popolazione. La menzione allo scrittore e politico russo Ėduard Limonov – «Non sarò il tuo nuovo hit marker, sarò il nuovo Limonov» conferisce un’aria di ribellione e di adesione ad una filosofia di vita che non si basa sulle illusioni, accettando la durezza del reale.
Peligroso (feat. Pepe Nocciola): un brano intriso di riferimenti culturali che denuncia la superficialità della società moderna. La terza traccia del disco, “Peligroso”, si arricchisce di vissuti personali e riflessioni su temi come la vita quotidiana e la lotta contro la monotonia. La scrittura, iconografica e cruda, dà sfogo alla frustrazione puntando il dito contro la superficialità di tutti coloro che tendono a giudicare un libro dalla sola copertina. La reiterazione di elementi di cultura pop e riferimenti a momenti storici e musicali impreziosisce il testo, rendendo condivisibili e fruibili dal pubblico le esperienze personali dei due rapper. I giochi di parole e le punchilines dimostrano una padronanza del linguaggio di raro riscontro nella new wave e un approccio fortemente creativo, influenzato dallo streetwear e da pellicole cinematografiche di un certo spessore. La tensione tra il desiderio di libertà e di evasione espressa nella vita artistica e la realtà di un’esistenza convenzionale è l’anima di questa traccia. Il contrasto tra la vita vissuta in modo autentico e il conformismo sociale è un tema ricorrente, ma vi è anche uno sbeffeggiamento dei canoni imposti dalle mode. Il titolo del brano trae ispirazione da un pezzo del rapper Crimeapple, come la citazione sulla barra, «movimento come l’esercito».
Real (feat. Tonyus): un omaggio alla cultura hip-hop degli anni ’90, che affronta i temi di appartenenza e lotta per la sopravvivenza artistica. Le rime di “Real” trasmettono un forte senso di comunità e riflessione sulla vita degli artisti nel contesto della cultura hip-hop italiana, ma da diverse angolature dettate dalla provenienza differente dei due rapper. Gheddi gioca con l’immagine di una carriera che si sviluppa attraverso impegno e perseveranza, ma anche mediante esperienze dure, in un ambiente spesso difficile. Il richiamo agli anni ’90 e il confronto tra talento e successo, evidenziano il valore e la stratificazione della cultura urban, che va oltre il mero intrattenimento, toccando aspetti di vita quotidiana e identità. La fusione di lingue e stili, dal dialetto all’inglese, arricchisce ulteriormente il testo, rendendolo identitario e universale al tempo stesso. L’idea di scrivere il proprio nome «sopra i muri della city» simboleggia un potentissimo atto di affermazione e appartenenza ad una comunità. Finzione e realtà, lotta per la sopravvivenza e necessità di esprimere la propria voce artistica, si alternano in maniera eccellente, creando una narrazione che sorprende e rimane impressa nel cuore sin dal primo ascolto.
Brutalismo Soviet (feat. None): un pezzo che trasuda intensità, con riferimenti a scenari urbani e culture street. Immagini posate su un beat magistrale trasmettono un senso di “pesantezza” che i due rapper riescono ad esprimere alla perfezione. La narrazione di un percorso di crescita personale e professionale, tra sfide quotidiane volte ad emergere in un ambiente competitivo e ostile. Vengono utilizzati riferimenti alla cultura street, come la metafora del “bars dealer”, ossia lo “spacciatore di rime”, e quella di poter fare della propria passione un lavoro. La riflessione sulla propria evoluzione e sul “rinascimento” personale è un tema cruciale, così come l’affermazione di non farsi abbattere dalle difficoltà. La descrizione visiva di scenari urbani, tra cui «Drugo in trakcsuite» e «palazzoni brutalismo Soviet», contribuisce a creare un’atmosfera intensa e cruda, con un occhio strizzato verso est. Lungi dall’essere un semplice sfogo, il testo presenta una narrativa complessa che miscela egregiamente elementi autobiografici e commento sociale, citando il proprio quartiere di appartenenza oltre a titoli di videogiochi e film snuf, tipici dell’immaginario del rapper romano None.
Verità: una riflessione profonda sulla verità, con un invito a liberarsi dai fardelli emotivi. L’ultimo pezzo del disco, tratta temi profondi e intensi, tra cui le emozioni represse. Il peso delle parole è un’immagine che suggerisce come le espressioni possano influenzare il nostro stato d’animo e le relazioni. La lotta tra affrontare i propri sentimenti e il timore di ciò che si può scoprire porta l’ascoltatore a riflettere sin dalle prime note. La ripetizione del concetto di verità e il conflitto tra essere e apparire sono il cuore della traccia, mentre il «macigno in gola» simboleggia il disagio interiore che accompagna l’assenza di sincerità. Il messaggio finale incoraggia ad essere sempre se stessi e ad affrontare le proprie paure, un invito a non temere l’andare incontro a ciò che prima o poi verrà inevitabilmente a galla.
No Scope 360: un finale che inverte i ruoli, con Gheddi alla produzione e Beatnetti alle rime, chiudendo il disco con un’ultima provocazione. Nella Bonus Track si invertono i ruoli, con liriche volutamente forzate sotto diversi punti di vista, volte a “stuzzicare” l’ascoltatore e il rapper medio, con citazioni e frasi provocatorie. Il voler essere a tutti i costi migliori dei propri “competitor”, dal punto di vista stilistico e prettamente artistico, a quello dell’abbigliamento, elemento distintivo e rilevante nella cultura hip-hop, si fanno strada su un beat dal sound vapor, quasi psichedelico, che fa immergere l’ascoltatore in un dipinto di punchlines e frecciatine.
Con “VO.TO”, Gheddi e Beatnetti portano avanti un discorso musicale e culturale che non teme di andare controcorrente, offrendo non soltanto un itinerario sonoro tra le strade di Volvera e Torino, ma gettando uno sguardo acuto e implacabile su una realtà che molti vivono, ma pochi osano raccontare. Questo progetto è un dialogo aperto con chi sa cosa significa lottare ogni giorno per affermare la propria identità in un mondo che tende ad uniformare. Ogni traccia è un frammento di vita, un pezzo di verità che invita l’ascoltatore a riflettere e a trovare la propria voce in mezzo al caos. Con questo disco, i due artisti non cercano facili consensi, ma spingono chi li ascolta a guardarsi dentro e a confrontarsi con le proprie ombre, in un percorso che, come la loro musica, non teme l’anticonformismo.