“Gli altri sanno chi sono?”, un quesito da cui si innesca una profonda riflessione, un interrogativo che ci conduce a porcene altri, per scavare oltre le maschere e capire in prima persona chi siamo davvero; una domanda, forse la più arcana e viscerale, da cui è partito “Delorean”, il nuovo viaggio introspettivo di Seta.
Reduce dal successo di “Tarantola”, singolo che ha affascinato pubblico e critica per le intense sonorità creepy-pop e la visione ambivalente e dicotomica del dolore, sublimato mediante la sua esorcizzazione in musica, il cantautore brianzolo dall’animo caleidoscopico, torna nei digital store con un pezzo dal forte impatto emozionale, che riconferma la sua penna intimista dall’attitude universale.
Su ricercate ed elegantissime sonorità chill, immancabilmente curate dal sublime tocco di Indako, si posa un testo cupo e malinconico, che nel fluire di penetranti e suggestive istantanee animiche tradotte in liriche, racconta i pensieri da cui siamo pervasi nei momenti di solitudine, evidenziando non soltanto il raffinato dualismo compositivo dell’artista, ma anche la sua abilità nel coniugare emozioni in antitesi attraverso impeccabili commistioni di parole e suoni.
«Sono solo in strada e faccio quattro passi, vorrei farli da gigante, ma c’è l’ansia dietro l’angolo», un’intro che simboleggia egregiamente l’incipit di ogni face to face con se stessi, il principio di quel confronto con la propria essenza che ci costringe a guardarci dentro, scorgendo, per cercare di comprendere, ben al di là di ciò che raccontiamo, in primis a noi stessi, di essere.
«”Delorean” – dichiara Seta – è pura introspezione. Dà voce a quei momenti di solitudine che bussano alla porta ed entrano in ciascuno di noi, quando ci sentiamo soli con noi stessi, incompresi, in balìa dei nostri pensieri e ci domandiamo se gli altri, le persone a cui teniamo, sappiano davvero chi siamo».
Situazioni e sensazioni rappresentate egregiamente sia nel videoclip ufficiale che accompagna il brano, diretto da Davide Pasquale – in cui il protagonista si ritrova solo con se stesso, in un parcheggio vuoto, riflesso della sua anima, un’anima intenta a meditare sui suoi trascorsi, sull’esistenza e su tutte le relazioni interpersonali che la compongono -, sia nell’iconografia del pezzo stesso, che rimanda ad un immaginario di isolamento, inadeguatezza e desolazione nelle strofe – «Mi faccio male quando penso troppo»; «La bile sale, ingoio acqua di mare ogni volta che sono a disagio» -, per poi sbocciare e aprirsi in una dimensione di totale serenità e rilassatezza nei ritornelli che, omaggiando “Never Alone” della band metalcore australiana The Amity Affliction, trasformano l’emblematico «We are one, the lonely hearts» («Siamo uno, i cuori solitari»), in un ancor più rappresentativo «Non siamo soli, siamo un solo cuore», per ricordarci che non siamo mai soli, ma tutti insieme uniti nella nostra solitudine, basta solamente accorgersene, per connetterci l’uno con l’altro e condividere.
Emblema per eccellenza di un “Ritorno al futuro” in cui l’unico mezzo per viaggiare tra le lancette che scandiscono il nostro tempo è la riappacificazione con un passato di cui non possiamo e non dobbiamo eliminare le tracce – «non posso cancellare niente dentro il mio passato» – e la consapevolezza di un momento presente irripetibile e concepito per essere l’unica e solida base da cui costruire ciò che saremo domani, trasformando tendenze auto-sabotanti in nuove luminose consuetudini «fammi sentire come fossi tua abitudine» – capaci di silenziare i pensieri distorti – «abbassa quella voce e dimmi che il peggio è passato» -, “Delorean” mette in luce la sensibilità creativa di Seta e precede il terzo ed ultimo apripista del suo EP d’esordio, in uscita ad inizio estate, che verrà rilasciato nel corso dei prossimi mesi.