Diamo oggi il benvenuto a Ztrada, artista poliedrico che sta spopolando nelle piattaforme musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Angelo custode, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a Ztrada, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica, Ztrada ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Ztrada!
Com’è nata tua la passione per la musica?
La mia passione per la musica è nata quando avevo solo 5 anni. Ho iniziato a suonare il pianoforte, e da lì è stato come aprire una porta su un mondo nuovo. All’inizio prendevo lezioni, poi cinque anni fa ho deciso di continuare come autodidatta, dato che volevo esplorare il mio stile senza vincoli. Il pianoforte è stato il mio primo amore musicale, ma non mi sono mai fermato lì. Ho iniziato ad ascoltare di tutto: dal rap alla musica classica, cercando sempre di unire le influenze più diverse. Questo mi ha portato a creare una musica che sento davvero mia, qualcosa che va oltre i confini dei generi tradizionali.
Dietro un personaggio può esserci 1, 100 o 1000 persone. Chi è ZTRADA e il suo personaggio?
ZTRADA è l’evoluzione di chi sono. Il nome è nato nel 2022, quando io e il mio amico d’infanzia, il producer Slyyth, abbiamo creato il mio primo brano. Volevo un nome che rappresentasse il mio percorso di vita, e “Strada” sembrava troppo banale. Così ho trasformato la “S” in “Z”, per legarmi alla Generazione Z. In fondo, Ztrada è la fusione tra le mie esperienze personali e il mio modo di vedere il mondo: un viaggio senza una direzione precisa, fatto di sperimentazione e voglia di trovare la mia strada nel caos di ogni giorno. Non c’è un confine netto tra me e il mio personaggio, siamo la stessa cosa, ma Ztrada mi permette di esprimere quel lato più ribelle e artistico.
A volte l’ispirazione ti coglie quando meno te l’aspetti. È stato così per “Angelo Custode”?
Sì, assolutamente. “Angelo Custode” è nato proprio da un momento di ispirazione improvvisa. Riflettevo su quanto la società tenda a dividere il mondo in bianco e nero, giusto o sbagliato, e mi è venuta l’idea di scrivere un pezzo che rappresentasse l’anti-eroe. Non mi piacciono gli eroi perfetti, privi di difetti. Preferisco personaggi più umani, con i loro lati oscuri. Così è nato “Angelo Custode”, un brano che parla di corruzione, ipocrisia e delle complessità del mondo moderno. L’ispirazione è arrivata di colpo, e il brano ha preso forma quasi naturalmente, come se fosse già dentro di me.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
No, al momento non ho realizzato un videoclip per “Angelo Custode”. Anche se capisco il potere visivo che una clip può avere, ho preferito concentrarmi solo sulla musica. Dato che ogni nota, ogni verso è pensato per trasmettere emozioni precise, sento che il brano riesce a parlare da solo, senza bisogno di immagini. In futuro, potrei pensare di realizzare una clip per valorizzare meglio il progetto, ma per ora mi piace l’idea che siano le parole e la musica a raccontare la mia storia, senza sovrastrutture.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Attualmente, “Angelo Custode” è il mio unico brano disponibile, visto che ho deciso di eliminare tutti i pezzi precedenti. Non erano più rappresentativi di quello che sono oggi. Al momento non ho un disco in programma, ma non escludo nulla per il futuro. Voglio concentrarmi prima sui singoli, cercando di alzare sempre di più il livello con ogni nuova uscita. Se ci sarà l’occasione e il tempo giusto, un disco potrebbe essere il passo successivo, ma per ora preferisco prendere le cose con calma e fare uscire pezzi che mi rappresentano davvero.
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso!
Il mio percorso è iniziato molto presto, a 5 anni, quando ho cominciato a suonare il pianoforte. Ho preso lezioni per molti anni, ma cinque anni fa ho deciso di diventare autodidatta, perché volevo esplorare la musica in modo più libero. È stato un viaggio fatto di tante prove ed errori, ma ogni esperienza mi ha insegnato qualcosa. Ho iniziato a scrivere e produrre seriamente solo a 19 anni, quando ho collaborato con Slyyth, il mio amico d’infanzia. Successivamente, con il progetto della realizzazione di “Angelo Custode”, ho compreso realmente la complessità dietro la creazione di un singolo e mi ha insegnato moltissimo.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Le mie influenze sono molto varie. Parto dall’oltreoceano con Biggie e 50 Cent, e arrivo qui in Italia con artisti come Emis Killa, Marracash e Fabri Fibra. Ho iniziato ascoltando rap italiano, soprattutto Emis Killa, e man mano ho esplorato altri artisti internazionali. Ma non mi fermo al rap: grazie a mio padre, ho scoperto anche gruppi leggendari come i Queen, gli ACDC e i Nirvana. Questo mix di influenze mi ha spinto a creare un sound che non segue un’unica direzione. Mi piace mescolare elementi diversi per creare qualcosa di unico e personale.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Fino ad oggi, l’unica collaborazione che posso definire importante è stata con Slyyth, il mio amico e producer con cui ho lavorato fin dall’inizio. Insieme abbiamo sperimentato e affinato il nostro stile, e lui è stato una parte fondamentale del mio percorso musicale. Ad ogni modo, non ho altre collaborazioni in programma per ora, ma sono sempre aperto a nuove opportunità. Una collaborazione particolare è stata con Up Music di Milano, sotto la quale è uscito il mio brano “Angelo Custode”. Vedremo cosa riserverà il futuro, ma non mi chiudo a nuove possibilità.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
La mia musica nasce dal desiderio di raccontare il lato complesso della vita, di mostrare che non tutto è bianco o nero. Voglio parlare delle contraddizioni del mondo moderno, di come spesso l’ingiustizia e l’ipocrisia prevalgano. I miei brani non raccontano storie di eroi perfetti, ma di anti-eroi, di persone che affrontano le loro ombre. Attraverso la mia arte voglio far riflettere, far capire che ogni esperienza, anche negativa, può avere un significato più profondo. La mia musica è un viaggio nella realtà, senza filtri.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Al momento, la mia esperienza di pubblicazioni si limita a “Angelo Custode”, che rappresenta il primo passo di un percorso più grande. Non ho ancora avuto modo di esibirmi dal vivo in grandi numeri, ma ogni performance è stata un’opportunità per crescere. Attualmente sono concentrato sulle selezioni intermedie del TMF, un contest musicale importante. È un’opportunità che voglio sfruttare al massimo, dato che credo possa aprire nuove porte. Il mio obiettivo è continuare a migliorare e, quando sarà il momento giusto, iniziare a portare la mia musica anche sul palco.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso che la scena musicale italiana, soprattutto quella rap, sia ancora sottovalutata. Il rap non viene ancora accettato completamente, soprattutto rispetto a generi più classici come il rock, il pop o la musica commerciale. Ad ogni modo, credo che siamo vicini a un cambiamento. La scena sta evolvendo, e sono convinto che presto arriverà un periodo d’oro in cui i rapper verranno riconosciuti al pari degli altri artisti. Non voglio che il rap prenda il posto di altri generi, ma che venga finalmente visto per il suo valore, contribuendo alla diversità culturale.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Attualmente, l’unico brano che consiglio è “Angelo Custode”, dato che gli altri sono stati eliminati. Questo pezzo rappresenta chi sono oggi e cosa voglio comunicare attraverso la mia musica. È un nuovo inizio per me, una fase che mi rappresenta pienamente. Ma ho intenzione di pubblicare altri singoli in futuro, quindi stay tuned, perché ci saranno nuove sorprese. La mia musica è in continua evoluzione, e non vedo l’ora di condividere nuovi progetti.
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Nel futuro voglio continuare a pubblicare nuovi singoli, lavorare sulla mia crescita artistica e, se possibile, realizzare un disco. Mi piacerebbe anche esibirmi dal vivo, partecipare a contest musicali e portare la mia musica su palchi più grandi. Continuo a studiare e migliorare, non solo nella scrittura e nei testi, ma anche nei flow e nella produzione. L’obiettivo è sempre quello di fare della musica il mio lavoro, e sono determinato a far sì che ciò accada. Il percorso è lungo, ma sto mettendo tutto me stesso perché ciò accada.