Straordinaria e interessante intervista oggi a Mauro Cesaretti, artista poliedrico che sta spopolando nelle piattaforme musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Nella Mia Testa, leggiamo con senso di empatia l’intervista a Mauro Cesaretti, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Avviciniamoci con garbo e curiosità al mondo musicale e personale, Mauro Cesaretti si confiderà con noi con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Mauro Cesaretti!
Com’è nata la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica è nata fin da piccolo, dai Canta Tu, le prime lezioni di piano, i karaoke su Youtube. Ero affascinato dalle melodie, dai suoni e dalle storie che si raccontavano nei testi. La musica per me è sempre stata uno svago, un modo per evadere dalla realtà e immergermi in un mondo fatto di emozioni pure. Solo dopo un periodo legato alla poesia durato più di 10 anni ho capito che avrei potuto trasformare questa passione in una vera e propria professione.
Il personaggio può essere una maschera, protettiva quando ci esibiamo. Calato il sipario, chi troviamo dietro Mauro Cesaretti e il suo personaggio?
Dietro il personaggio di Mauro Cesaretti c’è un ragazzo semplice, pieno di sogni e dubbi, come tutti. Sul palco indosso una sorta di armatura colorata, come i supereroi, ma non serve a mostrare la versione migliore di me, ma quella festosa e “imbarazzante” che nella vita di tutti giorni sarebbe troppo stravagante. Una volta che il sipario si chiude, resta la vulnerabilità, l’umanità di chi lotta ogni giorno per trovare il proprio posto nel mondo. Sono una persona che cerca costantemente un equilibrio tra le emozioni profonde e il desiderio di condividerle con gli altri.
Come descriveresti la nascita di “Nella Mia Testa”?
“Nella Mia Testa” è nato da un periodo difficile durante il quale ho capito le conseguenze del sesso e ci ho riflettuto. Ho visto gli effetti su altre persone e fortunatamente su me stesso, ma questo ha avuto ripercussioni anche su di me e ho sofferto per questo. È una canzone che parla di confusione, di pensieri che si affollano nella mente e che non sempre riescono a trovare una via d’uscita. È un viaggio interiore, un dialogo tra me e la mia mente di fronte all’amore o all’infatuazione di una donna.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Sì, “Nella Mia Testa” fa parte di un progetto più ampio. Sto lavorando a diverse tracce che esplorano temi diversi principalmente sulla tematica amorosa. L’idea è quella di raccogliere queste canzoni in un album che sarà una sorta di diario musicale, un viaggio attraverso le emozioni, le paure e le speranze. Non voglio anticipare troppo, ma posso dire che ogni canzone avrà un suo peso e un suo significato specifico, contribuendo a costruire un quadro più grande. L’uscita sarà ad ottobre del 2025.
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?
Il percorso artistico è fatto di alti e bassi, senza dubbio. Ci sono stati momenti in cui mi sono sentito invincibile, ispirato e pieno di energia, e altri in cui ho pensato di mollare tutto. Le difficoltà sono state tante: dalla mancanza di supporto iniziale alle porte chiuse in faccia, fino ai dubbi personali su dove stavo andando. Però è proprio in quei momenti di crisi che ho trovato la forza di andare avanti, di reinventarmi. Ogni sfida è stata un’occasione per crescere e migliorare, e sono grato per tutte le esperienze, positive e negative, che mi hanno portato fin qui.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Le mie influenze sono piuttosto varie. Sono cresciuto ascoltando la musica di grandi cantautori italiani come Fabrizio De André, Franco Battiato, Claudio Baglioni, Riccardo Cocciante che hanno avuto un impatto enorme sulla mia scrittura. Ma sono anche molto legato alla musica internazionale: artisti come Queen, Micheal Jackson, ecc. che hanno influenzato la mia ricerca sonora. Mi piace mescolare questi elementi, creare un ponte tra la tradizione cantautorale italiana e le sonorità più moderne e internazionali.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Ho avuto la fortuna di collaborare con diversi musicisti e produttori che hanno arricchito il mio percorso. Alcune delle collaborazioni più significative sono state con Simone Bertolotti, Dj Roma e El Bende che mi hanno aiutato a definire meglio il mio sound e a sperimentare con nuovi arrangiamenti. Di recente, sto lavorando a progetti con artisti emergenti, in particolar modo i progetti di Luana Frazzitta e Angela Tesone, come autore, compositore e consulente artistico. Credo molto nella collaborazione come strumento per crescere artisticamente.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Attraverso la mia musica voglio trasmettere la riflessione. Le mie canzoni parlano di esperienze verosimili. Parlano di amore, di sofferenza, di ansia, ma anche di speranza e di rinascita. Credo che la musica abbia il potere di connetterci a un livello profondo, e voglio che chi ascolta i miei brani senta quella connessione, come se fossimo parte di un viaggio condiviso.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Ho avuto l’onore di esibirmi in diversi contesti, dai piccoli club alle piazze, e ogni esperienza mi ha insegnato qualcosa. Uno dei momenti più importanti della mia carriera è stato sicuramente la partecipazione a vari concorsi musicali, dove ho potuto confrontarmi con altri artisti e crescere grazie al feedback del pubblico e della critica. Ho pubblicato alcuni singoli che hanno avuto un buon riscontro, e sto lavorando per ampliare sempre di più la mia presenza live, perché credo che il contatto diretto con il pubblico sia insostituibile.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
La scena musicale italiana è ricca di talento, ma credo che a volte sia troppo legata alle dinamiche del mercato e meno alla sperimentazione. Mi piacerebbe vedere più spazio per la musica indipendente, per gli artisti che vogliono uscire dagli schemi tradizionali. C’è tanta creatività in giro, ma spesso manca il coraggio di promuoverla a livello mainstream. Se potessi cambiare qualcosa, lavorerei proprio su questo: dare più voce a chi cerca di portare qualcosa di nuovo.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Un altro brano a cui sono particolarmente legato è “Ho cambiato idea”, che uscirà a breve. Parla di quella costante ricerca di libertà e riappropriazione dell’io quando si vivere una relazione talmente lunga che ricade nella monotonia e nell’apatia. È una canzone scritta prima e vissuta dopo e che penso possa parlare a molti, soprattutto adulti. Premiata al festival Discanto 2023, semifinalista del Premio Lunezia e del Premio Bertoli, direi che non mi posso lamentare.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
Sto lavorando su diversi fronti. Oltre a completare il progetto dell’album e continuare a scrivere per altri, vorrei riuscire a far capire il più possibile il mio progetto alle persone e a farle divertire strappando un sorriso o una riflessione.