Un caffè con HENNA tutto sulla sua vita e su LA COSA PIÙ BELLA CHE C’È

Accogliamo calorosamente e spalanchiamo le nostre curiose orecchie a HENNA, al secolo Elena Mottarelli, artista poliedrico che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro LA COSA PIÙ BELLA CHE C’È, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a HENNA, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Entriamo più a fondo nella vita e nelle opere, HENNA ci condividerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Safe&Sound, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a HENNA!

Com’è nata tua la passione per la musica?

 

È nata in maniera molto istintiva, mi sono sentita attratta dalla musica e cantare mi faceva sentire molto libera.


Com’è nato il progetto “HENNA” e il suo sound?

 

Questo progetto è iniziato dopo un po’ di tentativi e molta ricerca. Ho scritto per diverso tempo senza pubblicare nulla per cercare di lavorare su di me, sulla mia penna e su i miei gusti, il sound è ancora in via di elaborazione in quanto sono sempre pronta ad ascoltare qualcosa che mi ispiri e che mi possa contaminare.

A volte l’ispirazione ti coglie quando meno te l’aspetti. È stato così per “LA COSA PIÙ BELLA CHE C’È”?

Sì, anche questo brano come altri è nato abbastanza di getto, quantomeno il suo scheletro, poi su alcune cose ci ho lavorato in un secondo tempo, ma devo dire che è nato tutto davanti a un pianoforte.


Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?

No, per questo brano ho pensato di concentrare le risorse su altro, chiaramente autoproducendomi a volte mi trovo davanti a delle scelte, per il singolo precedente “Stazione lunare” avevo scelto la strada del video, pensando ad un contenuto grafico e divertente.


Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album?

 

L’idea sarebbe questa, non vedo l’ora di pubblicare il mio primo album.


In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?

 

Come dicevo prima questo progetto per ora è indipendente e autoprodotto quindi spesso è un terno al lotto, anche perché io mi ci dedico con tutta me stessa cercando di puntare sul cavallo vincente sperando che vinca davvero.

Devo però anche ringraziare tutte le persone che lavorano con me e mi stanno dando una mano importantissima


Quali sono le tue influenze artistiche?

Io mi sento un po’ figlia del cantautorato, sono affezionata ai testi, alle parole e alle metafore della vecchia guardia.

In realtà per cercare di implementare queste references cerco di ascoltare il più possibile musica diversa così da creare un sound più attuale e particolare per dare un carattere ai miei brani.

 

 

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

I miei brani sono prodotti da Okgiorgio, sono molto felice di questa collaborazione perché dare un tuo brano in mano a qualcuno a volte può essere complicato, ma devo dire che sono fierissima e felicissima del lavoro che è stato fatto.

 


E la collaborazione con safe&SOUND nel lavoro in promozione?

 

Penso che sia molto importante provare anche un tipo di strategia di promozione come l’ufficio stampa per dare qualche possibilità in più al proprio lavoro in questa era completamente digitale.


Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

 

Sicuramente la tenacia e la perseveranza, io vivo costantemente di grandi emozioni, che siano belle o brutte ma comunque forti: io credo nel mio progetto e nell’amore che mi provoca, spero tanto che questo possa arrivare anche alla gente.


Parliamo delle tue più significative esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi.

 

Ad oggi ho pubblicato tre singoli, “Au revoir”, “Stazione lunare” e, appunto, “La cosa più bella che c’è”. Per quanto riguarda i live con la partecipazione a Musicultura ho avuto la possibilità di suonare all’interno di teatri splendidi, mentre quest’estate ho suonato in alcune situazioni a Milano e al Wood Sound Festival.


Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

 

Penso che sia un pochino satura, cosa che mi crea molta tristezza; sicuramente perché oggi è molto semplice fare musica, basta veramente poco e quindi chiunque può scrivere una canzone e buttarla fuori. Il che è sia un pro che un contro. Ma ho come l’impressione che la musica abbia perso un po’ di valore.


Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

 

Vi consiglio di ascoltare “Au revoir”, la mia prima pubblicazione e un brano scritto tanti anni fa che però sento ancora perfettamente attuale su di me.


Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

Lato artistico mi verrebbe da dire no comment, ma commenterò.

Io sono stata particolarmente fortunata perché, appunto, partecipando alla scorsa edizione di Musicultura ho avuto la possibilità di suonare live (senza pubblico certamente) anche quando l’Italia stava in zona rossa. Però la musica è una cosa talmente umana basata sulle emozioni che limitare tutto allo streaming è stato un disagio incredibile, ma da qualche parte bisognava pur cominciare a fasi sentire. Come persona invece mi sono ormai abituata, brutto da dire ma mi sembra tutto normale ormai.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

 

Quando passo in macchina fuori da forum di Assago lo saluto con tanta emozione.


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