Trame senza segreti, da Together we rise ai più interessanti retroscena!

Onorati e privilegiati, diamo il benvenuto alla band Trame, formazione poliedrica che raccoglie consensi a go-go. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Together we rise, pubblichiamo con gratitudine l’intervista alla band Trame, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Scopriremo interessanti retroscena musicali e di vita dei componenti, la formazione Trame si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto alla band Trame!

Com’è nata vostra la passione per la musica?

La nostra passione per la musica è nata quando ci siamo resi conto che era l’unico modo per fuggire dal karaoke del venerdì sera nei pub di Latina. Abbiamo iniziato a suonare per salvarci le orecchie e ora siamo qui, ancora traumatizzati ma decisamente più melodici.

Tre aggettivi (e perchè) per descrivere “Trame”.

Descrivere ‘Trame’ con solo tre aggettivi potrebbe essere un po’ riduttivo,considerando che il nome stesso della band suggerisce un intreccio di tante cose diverse. ‘Trame’ rappresenta una fusione di vari stili, influenze e esperienze musicali, che cerchiamo di riflettere in ogni brano che componiamo e ogni performance che eseguiamo.

Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di Together we rise?

Se vi foste almeno degnati di ascoltare il brano questa domanda sarebbe stato inutile farla… quasi quanto cuocere l’uovo.
Essendo (appunto) una canzone strumentale come tutte le altre nostre, abbiamo iniziato con un’idea o un’atmosfera che volevamo evocare.
Partendo dal tema di piano Rhodes e da un groove di drum machine minimale abbiamo cercato di creare un paesaggio sonoro in continua evoluzione. Diciamo che il nostro processo creativo è più simile a una corsa a ostacoli attraverso un campo minato: non sai mai cosa aspettarti.

E com’è nato il suo videoclip?

Il brano è un inno alla solidarietà, all’unità tra individui e alla rinascita.Con Filippo Cavalca, il regista abbiamo voluto tradurre tutto ciò con la storia di Jade.La sua danza frenetica rappresenta la lotta interiore e il suo percorso si conclude con una rinnovata forza interiore, pronta ad abbracciare nuove possibilità.

Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album?

Assolutamente ,nel nostro primo album “Together we rise” appunto che uscirà il 3 Settembre.

In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, volete raccontarcele?

Ma perché fermarci a mille? Le peripezie sono il pane quotidiano di una band come la nostra. Ma ve le racconteremo se verrete a trovarci agli album release party, giusto?

Quali sono le vostre influenze artistiche?

Le nostre influenze derivano dal post-rock ,dall’elettronica e dall’ambient.

Alcuni nomi sono Mogwai, Boards of Canada, Loscil ma anche molte delle grandi bands del passato come Rush, King Crimson o più recentemente Radiohead.

Quali sono le vostre collaborazioni musicali?

Individualmente e in alcuni casi contestualmente con Meganoidi, Banco del Mutuo Soccorso, Aborym, Rovescio della Medaglia, Underdog e altri ancora…

Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?

Quello che ci interessa è trasportare l’ascoltatore in luoghi surreali, quasi a stimolare un immaginario visivo grazie ai suoni.

Parliamo delle vostre pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Siamo alla nostra prima pubblicazione di conseguenza stiamo iniziando ora con qualche live e la risposta è gratificante per fortuna.
Abbiamo però all’attivo due colonne sonore. Una è per “Il caso Alex Schwazer” su Netflix e l’altra “Le città del futuro” su Raiplay.

Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?

Guardate, non c’è niente di sbagliato nei musicisti italiani. C’è talento da vendere.
Il vero problema è tutto quello che c’è intorno e dentro la discografia come una sorta di frittata scomposta.
Serve maggiore sostegno alle piccole band emergenti, più investimenti nella formazione musicale e nella promozione, e una maggiore attenzione da parte dei media verso la qualità anziché la quantità.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?

Nessuno. Vi consigliamo di immergervi completamente in “Together we rise”.

Quali sono i vostri sogni nel cassetto?

Suonare con Thom Yorke e sperare di ritornare alla meravigliosa scena musicale che c’era negli anni 90, dove c’era attenzione, qualità e ricerca sia da parte degli artisti che da quello dei media.
I social hanno contribuito ad abbassare in modo preoccupante la soglia di attenzione delle persone riducendo la musica (e l’arte in generale) in finestrelle da 30 secondi dove si comunica il nulla.
Tanti auguri a tutti noi.

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