Quattro chiacchiere col talento puro di Anna Luppi

Straordinaria e interessante intervista oggi a Anna Luppi , artista poliedrica che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Join your heart, condividiamo con felicità l’intervista a Anna Luppi , grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica, Anna Luppi si narrerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto a Anna Luppi !

Com’è nata tua la passione per la musica?

La mia passione per la musica nasce quando avevo 5 o 6 anni: attirata dal pianoforte verticale che suonava mia mamma si è deciso di farmi prendere a domicilio le prime lezioni. Qualche anno dopo mi trovavo a Parigi in vacanza con i miei genitori e davanti al Centre Pompidou ricordo questo busker che si esibiva per strada… mi rapì il suono del flauto traverso che suonava, e iniziai così a  studiare anche questo strumento. La passione per il canto nacque molto dopo, prima come parte di un coro polifonico amatoriale e poi, verso i 17-18anni, come cantante in band pop rock.

Cosa significa e com’è nato il nome Anna Luppi e il suo personaggio, il suo sound?

il mio nome è nato banalmente nell’ufficio dell’anagrafe quando i miei genitori registrarono la mia nascita!! Mentre il mio “personaggio” è quanto di più simile a ciò che sono nella vita reale: timida, ma con tanta voglia di comunicare ciò che mi sta a cuore e che sento urgente.

Il mio sound è invece in buona parte riconducibile al mio produttore Massimo Minotti, con cui lavoro da diverso tempo.

Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di Join your heart?

Non c’è una regola nella stesura dei miei brani, può nascere prima il testo o la melodia, a seconda dei casi, oppure possono nascere insieme.

Per quel che riguarda Join your heart, circa un anno fa, mentre stavamo lavorando in studio al mio precedente singolo “All we got”, mi venne in mente l’incipit di “Join your heart”: lo registrai di getto, sicura che prima o poi sarebbe diventato una nuova canzone. Ho deciso di pubblicarne una versione in italiano e una in spagnolo perché la Spagna, da quando il videoclip della mia Feministas con Tacones è diventato virale, è ormai la mia seconda casa: ultimamente amo molto nei miei testi contaminare l’inglese con le lingue latine, mi sembra che questo aggiunga forza ai messaggi che voglio trasmettere, che li renda più universali e comprensibili per il pubblico dei miei concerti.

 E com’è nato il suo videoclip?

Per ora non è ancora nato, ma … qualcosa bolle in pentola!

 E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?

Anche qui potrebbero esserci novità a breve, ma non posso ancora svelare nulla.

Cos’è per te l’arte, la musica?

Una forza che si impadronisce di me tutte le volte che penso che ciò che faccio non abbia più senso e che mi spinge a raccontare il mondo che vedo e, se possibile, a renderlo un posto migliore, per ciò che posso fare nel mio piccolo ogni giorno.

 Quali sono le tue influenze artistiche?

Sicuramente i cantautori italiani come Lucio Dalla, Fabrizio de André e Francesco De Gregori che accompagnavano i viaggi estivi in camper con i miei genitori quando ero ragazzina. Poi in seguito anche il cantautorato spagnolo e latino mi ha profondamente influenzata, come del resto tutti gli incontri fatti,  perché credo molto nel potere delle relazioni tra le persone.

 Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Amo particolarmente collaborare con altri artisti e artiste e devo dire che le esperienze in questo senso devo dire che non mi sono mancate: senza fare torto a nessuno, non posso non menzionare la collaborazione con Carmen París che è un vero mito della musica spagnola oltre che una musicista straordinaria.

E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?

E’ preziosa e sostenuta da un team molto professionale. Purtroppo, per come vanno le cose nella discografia oggi, è molto difficile promuoversi quando non si è inseriti nelle playlist editoriali di Spotify: si sta creando una sorta di cerchio magico tra label, distributori e piattaforme di streaming che tende ad escludere molti artisti di talento, anche molto superiore al mio.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Positività e voglia di cambiare il mondo in cui viviamo, partendo dalle piccole cose di tutti i giorni e dalle parole che usiamo.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Ho sempre adorato suonare dal vivo e cerco sempre di farlo il più possibile: contattiamo sempre tutti per organizzare concerti, ma da un po’ di tempo ormai riceviamo più attenzione all’estero che in Italia. Non mi faccio troppe domande, anche perché amo molto viaggiare, e tra giugno e luglio di quest’anno toccheremo con il mio tour cinque nazioni europee (Italia, Austria, Germania, Francia e Spagna) con oltre 20 concerti.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

La scena italiana è ricca di artisti di talento che purtroppo troppo spesso si fanno un po’ la guerra tra di loro perché gli spazi non sono molti: dovremmo collaborare di più tra noi artiste e artisti, e non guardare solo all’Italia per sviluppare la nostra carriere musicale. il mondo è grande. 

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Sicuramente il brano che più mi ha dato soddisfazioni è Feministas con Tacones, il cui video su Youtube è addirittura diventato virale in Spagna con oltre 225K visualizzazioni.: non posso che consigliarvelo, insieme a Karin che è un brano che il pubblico dei miei concerti apprezza sempre moltissimo e che mi ha fruttato i complimenti personali di Roberto Vecchioni a un Premio Bruno Lauzi di qualche anno fa.

Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?

La seconda parte del mio tour tra Francia e Spagna avverrà in camper insieme ai miei bambini di 6 e 8 anni: noi donne siamo abituate a fare gli equilibrismi tra lavoro e famiglia e quindi ho deciso di lanciarmi in questo progetto un po’ folle! Giocheremo a fare la band in tournée e… non posso svelarvi di più, ma se mi seguirete sui social non ve ne pentirete!!

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