Diamo il benvenuto a una giovanissima cantautrice, che ci colpisce tanto già dalle sue prime battute. Elisabetta D’Aiuto, in arte SETE, è una ricercatrice, esploratrice della musica. Nel piacere di leggere fra le battute che ci ha gentilmente concesso, troveremo parole fresche, dinamiche, ma ricche di senso e spontaneità. Un po’ come è la sua musica, che in questi giorni sta riscuotendo successo nelle rotazioni radiofoniche e digitali, che troviamo nel nuovo singolo “Le cose più belle”. Nell’arte, inoltre, non c’è cosa più bella di veder emergere il talento e di emozionarci con nuovi cantautori, riscoprendo anche qualcosa di noi stessi nelle loro note.
Com’è nata la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica è nata quando ero piccolissima, appena ho iniziato a parlare già cantavo. Mia madre mi ha bombardata di musica anni ’80. E nel frattempo a 2 anni cantavo le canzoni di Sergio Caputo.
Cosa significa e com’è nato il nome “SETE”?
SETE è un nome nato da una lunga ricerca. Volevo qualcosa di cui mi piacesse il suono oltre al significato. SETE per me significa esso stesso “ricerca”, è sete di verità, di conoscenza e di vita; questi sono tutti concetti che mi rispecchiano molto.
Come è stato concepito il singolo “Le cose più belle”?
Prima di tutto è nato il giro di accordi che si sente sin dall’inizio della composizione, poi queste sonorità mi hanno accompagnata in questa conversazione con un’entità divina che viene svelata solo nella seconda metà del pezzo.
E com’è nato il suo clip?
Volevo che esprimesse una dualità: si può vivere senza sofferenza? Senza di essa si può crescere, soprattutto? Così le due facce di una stessa medaglia si ricercano, hanno bisogno di essere unite per diventare adulte.
E avremo il piacere di ascoltare presto un album?
Assolutamente il primo EP è in arrivo, sto lavorando tantissimo per finirne la realizzazione quanto prima. Intanto a breve ci sarà certamente un secondo singolo.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Vastissime. Sicuramente Caparezza è l’performer italiano che apprezzo di più. Poi Daniele Silvestri, Billie Eilish, Lady Gaga… potremmo continuare per molto tempo. Mi piace di tutto.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Per il momento sono in fase di sviluppo su un paio di feat. con alcuni artisti romani. Avremo presto aggiornamenti su questo topic.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere con la tua arte?
Sicuramente tanta riflessione, le tematiche possono essere le più disparate: da situazioni emotive personali ad argomenti sociali.
Raccontaci le tue esperienze formative e artistiche in diversi ambiti, come il jazz.
Il jazz è stato un passaggio importante per me, ho conosciuto quelle che sono state le mie insegnanti di canto per tantissimi anni. Mi hanno aiutato a scoprire la mia voce, sono state fondamentali. Sono state un grande esempio per me di cosa significa insegnare, cosa che adoro fare.
Mi sono presto distaccata, invece, dal genere musicale. Ho capito molto presto che non era cosa per me, così mi sono messa sulla mia strada.
Come stai vivendo da performer e persona questo periodo del covid-19?
Sono talmente impegnata su questo lavoro musicale al momento che quasi me ne dimentico del periodaccio che stiamo passando tutti. Probabilmente quando uscirò dalla fase “arrangiamenti e mix” sarà un trauma, perché la voglia di riprendere i live c’è, ed è tanta.
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Come dicevo lavoro già al secondo singolo e all’EP. Probabilmente dovremo tutti cercare nuovi modi di condividere la musica per un po’, mantenendo alto l’entusiasmo per un lavoro difficile ma bellissimo. Vedremo