Quattro chiacchere col talento puro di VISCARDI

Straordinaria e interessante intervista oggi a VISCARDI, nome d’arte di Vincenzo Viscardi, artista poliedrico che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Tra me e te, condividiamo con felicità l’intervista a VISCARDI, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, VISCARDI si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con HomerunPromotion, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto a VISCARDI!

Com’è nata tua la passione per la musica?

Da sempre nella mia famiglia c’è stato un importante interesse nei confronti della musica: papà la praticava, fece anche un album e ricordo che lui ogni sera, dopo cena, mi suonava la sua chitarra (che tra l’altro ho ancora, con qualche corda mancante, ma ho ancora) e ogni sera inventava un brano nuovo. Posso dire che ho vissuto i miei primi anni di vita così, per poi intraprendere la danza, avevo 4 anni circa. Vi racconto un aneddoto che a me fa ridere: i miei ripetevano spesso che mi muovevo troppo e infatti ho una cicatrice sul sopracciglio sinistro, proprio perché muovendomi e tenendo il ritmo nella mia testa, a 9 anni mi feci una bella scivolata sulle scale di casa mia. Assurdo! Quindi, tutto sommato, posso dire che è nata con me, con mio papà e la danza.

Cosa significa e com’è nato il nome VISCARDI e il suo personaggio, il suo sound?

VISCARDI è il mio cognome. Anagraficamente non si distacca dalla realtà, ma personalmente sì. Ho sempre sentito sensazioni diverse tra Vincenzo e Viscardi. VISCARDI è la parte più raffinata, elegante ed energica, è quella parte di me che vive la vita in modo profondo e saggi,o infatti il suo significato letterario è fortemente saggio, filosofico. A Viscardi non piace dare un’etichetta al proprio sound, intendo dire, sicuramente ho influenze R&B/Soul, Hip Hop, ma mi piace dire non ho un genere, faccio quello che sento, sono per la buona musica, anche perché oggi, secondo me, la musica è stra-contaminata.

A volte l’ispirazione ti coglie quando meno te l’aspetti. È stato così per Tra me e te?

Dal punto di vista melodico senza alcun dubbio è stato così. Mi trovavo in studio in sessione con Edoardo Bosi, e quel giorno mi sentivo tanto ispirato da una demo fatta da Antonio De Prisco: da lì partì tutto, ero così influenzato dal come volessi sentirmi, poi mi piace un sacco poter buttare giù tante metriche melodiche diverse per poi sentirle in loop e capire quale mi arriva di più. Dal punto di vista del testo, devo ammettere che è stata dura. L’ho lavorato per un bel po’ di tempo, 6 mesi circa, ero così titubante, insicuro, non riuscivo a capire in che modo trattare un argomento per me così importante, era un misto di sensazioni dove la fragilità e il rispetto per la donna che mi ha donato la vita, per cui ho sofferto e amato, pesava sempre più. Alla fine ho cercato in tutti i modi di donare il giusto mood e le giuste metafore a questo brano, lasciandomi andare completamente.

Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?

Il poter mettere su anche una questione visiva, come una semplice coreografia, ha incuriosito di gran lunga di più il pubblico. Ho voluto mostrare totalmente chi sono e cosa posso fare in più.


Il lavoro sarà contenuto in un EP/Album?

Non è un’idea da escludere, chi vivrà vedrà.

Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?

È stato un miscuglio di vibes positive e negative, non nego le mille pare, un classico da me. Il poter lavorare costantemente con ciò che mi piace fare, essere a contatto col team a tutte le ore del giorno, devo dire che è stato davvero interessante e tanto gratificante e soprattutto la parte più bella è stata quella di conoscere tanta nuova gente, artisti, persone sconosciute che apprezzavano e apprezzano la mia musica, ne sono così grato.

Quali sono le tue influenze artistiche?

Sin da piccolo ero ammaliato dall’r’n’b, ricordo che iniziai a fissarmi con Get Right di Jlo, assurda! Adoro ancora quel pezzo. Comunque, penso che di influenze artistiche ne ho tante, tra cui Craig David, Rihanna, Chris Brown, Kdot, Stevie Wonder, Elijah Blake, Justin Timberlake, e tanti altri… ah, dimenticavo, tutte le produzioni di Timbaland.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Prossimamente ci sarà modo di scoprirlo.

E la collaborazione con Homerun Promotion nel lavoro in promozione?

È gestita come si deve, intendo dire, con Cristiana Lapresa c’è sempre modo di poter scambiare idee e modi strategici nuovi. Penso che per un artista essere promosso nel suo giusto spazio sia una cosa importantissima, altrimenti non si arriva per niente e devo dire che Homerun Promotion lo sa fare. Homerun Promotion cura nei dettagli la direzione in cui va spinto il brano.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Sicuramente voglio cercare in tutti i modi di arrivare a quelle persone che come me hanno voglia di vincere, di farcela, di sfide continue, di non mollare mai nonostante il contesto in cui si cresce. Con la mia arte, almeno per ora, voglio raccontare come sto facendo io e cosa mi spinge a fare sempre più. Voglio far capire che da dove vengo io non è facile emergere, se ci sono problemi familiari forti e tanto di sessualità in discussione. È importante per me poter trasmettere cosa significa il senso dell’abbandono e l’avere come unico prototipo o colonna portante da seguire, se stessi. È importante per me far capire parte di ciò che ho capito stando da solo dall’infanzia ad oggi.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Sicuramente questo progetto sta portando un bel po’ di soddisfazioni, minime, ma ci sono. La prima triade ha avuto modo di posizionarsi in classifiche di punta per il mio genere, come ANIMA R&B, TENDENZA R&B, NUOVI SINGOLI TIDAL etc… Mi ha dato modo di chiudere nuove collaborazioni. Inoltre con i miei primi tre brani ho avuto la possibilità di fare tre date del mio mini show in collaborazione con la mia band Antonio De Prisco e Giada De Prisco, che ci ha visti impegnati lo scorso settembre in giro tra Napoli per l’evento culturale CROCEVIA e Milano al RIDE MILANO per la URBAN CLASS (in compagnia di SGAMO, RICCARDO PRIMAVERA E STEPH NOTICE) e per l’OUT OF JOINT a Fucine Vulcano. Esibirmi al Ride mi ha dato modo di far capire ancor di più chi sono e devo dire che è andata più che bene! Ho avuto l’onore di essere scelto per L’APOLLO MILANO nel Gala Conclusivo della Urban class. All’APOLLO ho presentato in anteprima “Tra Me e Te” e ricordo che arrivarono feedback assurdi, la grinta della gente era davvero potente, è stata davvero un’esperienza indimenticabile, da rifare assolutamente. “Tra Me e Te”, inoltre, ha ricevuto la sua anteprima video su BILLBOARD ITALIA, dove ho avuto modo di poter spiegare nello specifico la nascita e i contorni di questo brano, è stato davvero un buon traguardo. “Tra Me e Te” è possibile ascoltarlo in ANIMA R&B, NEW MUSIC DAILY, NUOVI SINGOLI TIDAL. Attualmente sono in trattativa per un bel po’ di nuovi live e non vedo l’ora di poter mettere in pratica nuove idee ed introdurre anche i miei ballerini all’interno. Sono gasato al massimo.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

Secondo me la scena musicale italiana ha davvero tanto da poter offrire, abbiamo avuto e abbiamo artisti assurdi di notevole spessore. Il punto che non mi convince, almeno da quello che noto io, è che al giorno d’oggi si cerca in tutti i modi di rivoluzionare gli artisti già affermati, che ci sta pienamente, ma non limitiamoci a loro. L’italia è piena di artisti emergenti con i controcoglioni (permettetemi il termine), ma non gli si dà la possibilità di poter fare di più. C’è troppa mancanza di investimento, non si rischia e secondo me è la cosa più errata da fare.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Unico e Anche se.

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

Da artista, nei primi lockdown, ho avuto modo davvero di fare chiarezza e capire da dove iniziare, infatti proprio da lì, in parte, è nato il mio progetto solista. Sicuramente non è stato facile, di blocchi ce ne sono stati tanti. Penso che questo virus, vigliacco, ci ha dato modo anche di poter concentrarci ancor di più su noi stessi. L’ho vissuto in modo introspettivo, ho fatto un buon lavoro su di me, che non finirà mai, certo, ma ho avuto modo di poter accettare cose di me, a cui forse prima, preso da tante cose, non riuscivo nemmeno a far caso. È stato giusto, mi ha dato tempo.

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Sicuramente tanta musica, ma vorrei poter aggiungere in relazione, qualcosa di nuovo, di geniale, voglio studiarlo bene. Tra cui fare uno stage in America per Urban Production, voglio intraprendere anche questa strada, cercare di produrmi totalmente da solo.

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