Poison Blackout senza segreti, da One Love ai più interessanti retroscena!

Diamo oggi il benvenuto alla band Poison Blackout, racontato qui dal suo ideatore Federico Carbone, formazione poliedrica che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro One Love, condividiamo con piacere l’intervista alla band Poison Blackout, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Apprenderemo curiosità, vizi e virtù della musica e della vita dei componenti, la formazione Poison Blackout si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Sorry Mom, Artist First, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto alla band Poison Blackout!

Com’è nata vostra la passione per la musica?

La passione per la musica è nata un po’ per caso, grazie alla colonna sonora di un videogioco e a vari video su YouTube, dove avevo scoperto band come Guns N’ Roses, Faith No More, e tanti altri. Negli anni delle medie ho cominciato a studiare musica nella banda del mio paese e, spinto dal desiderio di avere una mia band, negli anni successivi ne ho fondata una dove suonavamo cover dei nostri idoli, finchè il desiderio di scrivere musica originale ha preso il sopravvento. Sono tutt’ora grato alle persone incontrate nell’ambiente bandistico, senza di loro non sarei stato così motivato a imparare e non saprei né leggere né scrivere gli spartiti.


Descrivi “Poison Blackout” e i suoi pregi e i suoi difetti

I Poison Blackout sono una parte importantissima della mia vita. Penso sia una delle cose a cui tengo di più in assoluto, per diversi aspetti che mi fanno sentire sempre più vivo, cosa a mio parere da non sottovalutare visto il periodo che abbiamo appena passato. Il nome della band si traduce letteralmente in Veleno Blackout, qualcuno lo interpreta come blackout velenoso, non ha un significato vero e proprio, suona solo bene. Concepito nel 2011, e da allora mai più cambiato. Inizialmente eravamo una band vera e propria, ma col passare del tempo ci siamo resi conto che i Poison Blackout erano una mia creatura personale (scrivevo da solo testi e musiche, ne curavo l’identità grafica e cercavo i locali dove suonare). A partire dagli ultimi anni ho quindi preso coraggio e l’ho reso pubblicamente un mio lavoro solista a tutti gli effetti.


Come è stato concepito il lavoro One Love?

One Love è un pezzo nato dopo aver riempito un intero taccuino con pensieri che mi assillavano, dubbi, perplessità, e qualsiasi cosa mi venisse in mente in quel periodo. Quelli che sembravano pensieri disordinati hanno letteralmente trovato una loro armonia e il testo si è scritto da solo. Stavo poi lavorando a un giro di accordi che mi piaceva parecchio, ho quindi unito le due cose ed eccoci qua oggi a parlarne.


Il lavoro è accompagnato da un video?

Sì, c’è un video musicale che potete trovare sul nostro canale YouTube ufficiale. È un lavoro a cui tengo molto, ci abbiamo lavorato per diverso tempo e l’impegno è stato premiato visto che ha superato 10.000 views nell’arco di 24 ore dalla pubblicazione.



Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?

One Love, così come i due precedenti singoli, doveva anticipare un EP che volevo già pubblicare l’anno scorso, ma, per via del covid, è stato tutto rimandato in data da destinarsi. Non nego di aver scritto nuovo materiale nel mentre, per questo sto valutando diverse idee per raccogliere tutto il materiale in una futura pubblicazione più grossa.

Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la vostra storia, tutto il suo percorso!

Premesso che dalla fondazione della band sono cambiati membri, generi, look e tutto ciò che può concernerne fino alla mia maturazione musicale attuale, ho cominciato a “fare sul serio” solo a partire dal 2017, quando ho preso consapevolezza dell’unicità del mio lavoro. Prima suonavamo solo ed esclusivamente per divertimento, nonostante ciò abbiamo militato in diversi contesti locali e non, di cui vado molto fiero. Dalla pubblicazione di Silence la band ha subìto un incremento di popolarità vertiginoso, dato che il pezzo si è piazzato per tre settimane consecutive al primo posto su Radio Alta, un traguardo mai raggiunto in ambito rock da nessuna band della nostra provincia. Con il successivo singolo Confession abbiamo invece conquistato il cuore di nuovi fan aperti ad altri tipi di sonorità. Arriviamo ora al presente con la pubblicazione di One Love, distribuita da Artist First e che sta macinando numeri da record, che la mia band non aveva mai visto. Non potrei essere più felice, continuiamo così!


Quali sono le vostre influenze artistiche?

Chi mi conosce sa che vengo dalla scuola Linkin Park. Buona parte delle mie influenze vengono da lì, trovo che Mike Shinoda sia un talento artistico eccezionale. La mia band preferita in assoluto invece, fonte di ispirazione e che mi hanno portato a desiderare di creare il mio personale lavoro sono i Nine Inch Nails. Credo di non esagerare se dico che Trent Reznor è dio sceso in terra. Gli devo praticamente tutto. Altri artisti che mi ispirano ogni giorno sono Damon Albarn, Mike Patton con i suoi vari progetti e Jordan Fish.

Quali sono le vostre collaborazioni musicali?

Attualmente non ho mai collaborato con altri musicisti se non per le registrazioni dei miei brani in studio. C’è un ragazzo con cui suono da molti anni che si chiama Lorenzo Beltrami, è un ottimo amico, musicista, e dispensatore di consigli. Tutti i miei collaboratori fanno parte della grande famiglia dei Poison Blackout. Ci sono poison per registrare in studio, poison per le esibizioni dal vivo e così via. Sono tutti artisti formidabili, e sono grato di lavorare con ognuno di loro.

E le collaborazioni con Sorry Mom e Artist First nel lavoro in promozione?

I ragazzi di Sorry Mom sono davvero in gamba, è ormai più di sei mesi che stiamo facendo insieme questo percorso, e ogni giorno c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Quando ho saputo che avrei distribuito questo pezzo con Artist First non stavo più nella pelle, è un grande piccolo traguardo di cui vado davvero fiero.


Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?

Sono un fan delle emozioni che la musica può generare. Sia per chi mi sta ascoltando da delle cuffiette sia per chi ho di fronte quando mi esibisco dal vivo, la mia intenzione è quella di creare un legame profondo. In quanto musicista e performer è mio compito fare emozionare queste persone, la cosa fantastica è che per farlo devo emozionarmi a mia volta, è una sensazione bellissima.

Parliamo delle vostre pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?

Sebbene la band esista dal 2011, non abbiamo mai organizzato molti concerti e/o tour. Dopo varie esperienze la regola è ed è rimasta “pochi live ma fatti bene”. Conto una media di dieci concerti per anno (esclusi i primi anni e il 2020 che è un anno a sé stante). Ho sempre boicottato anche quei contest dove 3 o 4 band vanno a suonare a gratis e il locale si riempie le tasche. Vantiamo diverse militanze in festival della bergamasca, e serate memorabili in diversi locali. Specialmente dagli ultimi anni stiamo collezionando una soddisfazione dietro l’altra e sempre più gente riconosce il nome Poison Blackout.

Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?

Sinceramente penso che tutto il mondo sia un po’ paese. La scena musicale italiana mainstream segue le mode e le regole che impone il mercato per vendere sempre di più, esattamente come le scene musicali degli altri paesi. Parlando invece del versante più underground o emergente, c’è la solita guerra tra poveri di artisti che non si supportano a vicenda e tentano disperatamente di elevarsi sopra gli altri. Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma purtroppo buona parte della scena è proprio così. È un po’ triste come cosa. Attualmente penso ci sarà una rivalsa del rock visti gli ultimi episodi tra San Remo ed Eurovision, ma se ci pensate torniamo esattamente al discorso di prima: stanno semplicemente settando il nuovo trend, ovvero il rock italiano. Prepariamoci a vedere spuntare come funghi rock band che cantano in lingua italiana.


Oltre al lavoro in promozione quale altro pezzo ci consigliate di ascoltare?

Se vi è piaciuta One Love, consiglio sicuramente l’ascolto dei due singoli pubblicati nei mesi scorsi, Silence e Confession, di modo che possiate approfondire meglio il mio lavoro artistico.


Come state vivendo da talento artistico e persona questo periodo del covid-19?

Potrà sembrare un paradosso, ma personalmente è stato un anno pieno di soddisfazioni. Ho passato gran parte del tempo chiuso in casa a studiare, era da tempo che non riuscivo a dedicarmi così tanto agli studi e alle mie amate tastiere. Sono riuscito a registrare il mio disco, e pubblicare dei singoli accompagnati da video musicali professionali. Mi mancano tantissimo i concerti, ma ormai ci siamo, non vedo l’ora di tornare in scena!

Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa state lavorando?

Nonostante il periodo sembri fermo, c’è tantissima carne al fuoco. Non vedo l’ora di rendere noti i dettagli di tutto ciò che sto preparando. Questi singoli come dicevo poco fa dovrebbero anticipare un’uscita discografica, al momento però preferisco non sbilanciarmi con date di uscita e quant’altro, procediamo con calma verso la fine di questa pandemia e poi vedremo di organizzare al meglio anche tutti questi aspetti.

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