Manuel Finotti nasce il 21 marzo del 1995 a Roma; è un polistrumentista, cantautore e autore. Dotato di una poetica d’altri tempi, ricca di emotività e sincerità, porta in giro per l’Italia i suoi versi riscuotendo crescente successo. Tra le attività live ha all’attivo diversi concerti e manifestazioni in tutta la penisola, dall’Auditorium Parco della Musica di Roma al Premio Lunezia, rassegna d’autore. Nel 2019 ha collaborato con diversi artisti di fama nazionale, quali Giordana Angi, un sodalizio artistico che li vede scrivere insieme diversi brani pubblicati nell’album d’esordio “Casa” che ha conquistato due dischi d’oro e nella partecipazione al Festival di Sanremo 2020 con il singolo “Come mia madre”.
Attualmente impegnato in “Cellophane” (feat. Zoda) ringraziamo lo strepitoso Manuel Finotti, per questa intervista e il suo prezioso tempo concessoci.
Com’è nata la passione per la musica?
Fin da piccolo ho sempre avuto “musica” attorno a me e forse questa libertà di espressione ha aiutato questa mega passione ad uscire fuori cosi forte.
Com’è nato Manuel Finotti e il suo personaggio, il suo sound?
Manuel è un bambino di 25 anni che fotografa la vita attraverso le canzoni e porta con se anche tutti i vari artisti ascoltati nel corso degli anni, un breve riassunto insomma.
Come è stato concepito il lavoro CELLOPHANE?
Terza elementare, scrissi una lettera ad una bambina che faceva la quinta chiedendo se volesse mettersi con me con tanto di “si o no”, ma lei rispose “no sei una merdaccia!”
Due anni fa tornando a casa in macchina, ripensavo a questa storia mentre nasceva “CELLOPHANE”. Poi con Zoda in studio, con un cartone di pizza in mano, in 20 minuti ha trovato la parte complementare di questo ricordo.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Non so ancora se ci sarà o meno un album sicuramente il viaggio per le canzoni per ora è fatto di varie fermate più piccole ma necessarie per programmare la destinazione dell’album.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Ho lavorato e lavoro tutt’ora molto dietro le quinte, per altri o semplicemente per me, questo distacco mi aiuta ad avere una visione senza distrazioni per la scrittura e tutta la fase creativa.
Quali sono le influenze artistiche? Quali sono le collaborazioni musicali?
La scuola romana di Silvestri, Gazzè e Fabi ha aperto la strada alla ricerca verso tutto quello che c’è stato di bello nel passato della musica italiana e non.
E la collaborazioni con ZODA, Universal Music Italia, Virgin, Avarello Music srl nel lavoro in promozione?
Con Zoda ci conosciamo dal 2014 abbiamo scritto i suoi primi brani insieme e questa cosa ci ha legato molto nel tempo, è stato quindi molto istintivo finalizzare Cellophane insieme e renderla nostra. Poi Carlo Avarello ha presentato il lavoro a Virgin e Universal che hanno accolto l’idea di distribuire il pezzo e farlo arrivare a più persone possibili.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Far ritrovare il più possibile l’ascoltatore nella song per condividere semplicemente la stessa situazione aiuta a sentirsi meno soli delle volte.
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Mi manca tantissimo, l’ansia prima di salire su un palco è linfa vitale per gli artisti e non vedo l’ora che questa brutta situazione finisca.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Negli ultimi anni è cambiata radicalmente e questo ha permesso di sperimentare molto e di crearsi una propria identità diversa dal resto, sono molto felice di far parte di questa generazione.
Oltre al lavoro in promozione quale altro singolo ci consigliate di ascoltare?
21 Marzo, è la mia carta d’identità, il singolo che più mi rappresenta in assoluto e che mi aiuta sempre a rompere il ghiaccio.
Come stai vivendo da esecutore e persona questo periodo del covid-19? Quali sono i programmi futuri?
Mi sono creato una mia libertà in questo periodo, una sorta di DPCM tutto mio con orari e abitudini tutte diverse dal passato che però mi sta aiutando a delineare il più possibile tutto il lavoro per il futuro.