Intervista a quattro occhi con Manuel Cossu formidabile artista

Accogliamo calorosamente e spalanchiamo le nostre curiose orecchie a Manuel Cossu, artista poliedrico che sta spopolando nelle piattaforme musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Antifilosofia, condividiamo con piacere l’intervista a Manuel Cossu, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica, Manuel Cossu si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Safe&Sound, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Manuel Cossu!

Com’è nata tua la passione per la musica?

 

Ricordo di averla sempre avuta. Fin da piccolo mi esibivo in concerti improvvisati per i passanti per le vie di Venezia (sono mezzo veneziano), e imitavo spesso il suono della batteria con la bocca.

Cosa significa e com’è nato il nome Manuel Cossu e il suo personaggio, il suo sound?

Ho scelto di non avere uno pseudonimo o un acronimo perché la mia musica non ha mai riflettuto un personaggio, ma rappresenta la mia persona in tutte le sue sfumature. Definirei il mio sound molto “cinematografico”.

 
Come descriveresti la nascita di Antifilosofia?

 

La melodia  è nata durante una delle mie corse mattutine di fronte al mare.

Quasi di getto, è nata tutta la struttura melodico-armonica. Volevo che il brano avesse un andamento  ritmico sostenuto, con una forte impronta pop rock ma aperto a molte contaminazioni, come del resto gran parte della mia produzione. Il testo mi ha richiesto più tempo, mi piace scegliere ogni parola con cura anche quando l’argomento mi è chiaro.

Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?

Sì, il videoclip è uscito il 29 ottobre, prodotto da SP produzioni e diretto da Natalia Ghiani e Sergio Piras. Un lavoro molto efficace, secondo me, semplice e diretto.

È prevista l’uscita di un disco?

Il singolo fa già parte di un disco, “Noa”, disponibile su tutte le piattaforme di digital download e, su richiesta, anche su supporto fisico.

Cos’è per te l’arte, la musica?

L’arte è un universo racchiuso nel nostro universo, e al tempo stesso è l’universo che lo contiene. Una “quarta dimensione” dove perdersi e, contemporaneamente, sentirsi a casa. La musica è parte di questo sogno concreto.

Quali sono le tue influenze artistiche?

 

Sono molteplici. Elton John è stato uno dei primi artisti ad avermi fortemente suggestionato, ma anche i Queen, Billy Joel, i Toto, e i cantautori italiani come Battiato, Vecchioni, Fossati, De Andrè, solo per citarne alcuni. Amo molto anche i gruppi vocali (The Swingles, Rajaton, Pentatonix), e il musical.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

 

Mi piace molto l’energia che si crea quando si collabora con altri artisti. Cerco sempre di coinvolgere diversi musicisti e cantanti nei miei progetti, o di essere coinvolto nei loro. Faccio parte, del resto, di diverse formazioni vocali a cappella. In ambito internazionale ho avuto  la fortuna di collaborare con il batterista newyorchese Sean Noonan, Dorian Wood, e Mary Setrakian, artista e vocal coach di Michael Bolton, tra gli altri.

 
E la collaborazione con Safe&Sound nel lavoro in promozione?

Ho conosciuto Giovanni e la Safe&Sound tramite la SP produzioni, che si occupa della promozione sui social. Sono molto soddisfatto del loro lavoro.

 
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Mi piace parlare di tutti gli argomenti che mi incuriosiscono, dall’attualità alla letteratura ai rapporti umani, ma cerco sempre di trovare un modo, un linguaggio che mi contraddistingua, e che mi renda immediatamente riconoscibile. Sono alla ricerca di un’evoluzione costante.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

“Noa” è il mio primo disco da solista, negli anni ho pubblicato diversi lavori  con ensemble vocali o con formazioni miste, ma questo è il primo disco su cui sto investendo in modo più strutturato. La mia esperienza live è cominciata circa vent’anni fa, tra piano-bar e cover band, per poi proseguire con il musical, l’esperienza in coro, i gruppi vocali e, da qualche tempo, la lirica. Ho cantato un po’ dovunque in Italia, ma anche in Cina, a New York, Londra, e in altre parti d’ Europa. Ho anche vinto diversi concorsi, l’ultimo nel 2018 con il gruppo vocale “Kor” (premio della critica internazionale al Premio Parodi).

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

 

Vedo che il talento nelle nuove generazioni non manca, e anche la voglia di trovare soluzioni musicali interessanti e innovative. Qualche volta si riescono ad apprezzare proposte di qualità anche in televisione, ma per lo più il mainstream è monotematico da questo punto di vista, i talent propongono più o meno costantemente lo stesso tipo di musica e di modello. Una felice eccezione è rappresentata dai Maneskin, che io trovo molto accattivanti. Spero che rappresentino un modello alternativo per i ragazzi che si avvicinano alla musica.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

 

Consiglio di ascoltare “L’uomo giusto”, il primo singolo uscito, anch’esso accompagnato da un videoclip.

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

 

Inizialmente, come tutti, ha prevalso un sentimento di smarrimento e disillusione. Il primo lockdown, però, è anche servito a farmi focalizzare sulle mie priorità, professionali e umane.

Progetti a breve e lungo termine?

Il 5 novembre porterò finalmente il mio disco live in teatro a Cagliari (teatro Si’ e boi), con una band e 5 coristi. Continuerò inoltre la promozione dell’album, e ho già diverse date fissate con diversi progetti. Mi piacerebbe, per il 2022, lavorare a un nuovo disco, ma ancora l’idea è in fase embrionale.

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