Intervista a quattro occhi con ISAAC formidabile artista

Onorati e privilegiati, diamo il benvenuto a ISAAC, nome d’arte di Marco Prestanicola, artista poliedrico che sta spopolando nelle piattaforme musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro ATTRAVERSO LO SPECCHIO, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a ISAAC, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Scopriremo interessanti retroscena musicali e di vita, ISAAC si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Music&Media Press, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a ISAAC!

Com’è nata tua la passione per la musica?

 

La mia passione per la musica nasce dalla famiglia, fin da piccolo i miei genitori hanno messo musica in sottofondo per farmi dormire o per farmi ballare. Sentivo i migliori cantautori italiani come De andrè o Guccini fino a Pino Daniele e ai grandi gruppi degli anni ’70 su tutti Pink Floyd e Led Zeppelin, loro sono musicisti autoditatta così come mio fratello che poi invece si è specializzato nella fonia. Personalmente ho iniziato a studiare musica verso i 14 anni da prima con la chitarra per poi virare sul pianoforte e sullo studio del canto che poi ho arricchito con lo studio dei sintetizzatori e della produzione grazie al corso universitario che ho fatto al Saint Louis a Roma.


Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro ATTRAVERSO LO SPECCHIO?

 

Attraverso lo specchio ha preso forma un paio di anni fa, venivo dal primo EP e cercavo di costruire qualcosa di più complesso e ricco. Sono uno che scrive abbastanza di getto, quando arriva l’ispirazione cerco di coglierla, ricordo di averla avuta mentre stavo guardando la serie televisiva Lost, era durante l’episodio che poi ha dato il nome al brano. Ero solo e tutt’untratto ho pensato che avrei voluto comunicare le mie emozioni in quel momento a qualcuno nello specifico, ma non avevo la possibilità per farlo. Una volta scritto il testo e gli accordi principali il brano completo è arrivato molti mesi dopo.

Il lavoro sarà accompagnato da un video?

 

ci sto lavorando, per me è molto importante la comunicazione audio-video, sono un grande fan del cinema e dei videoclip, perciò ho intenzione di realizzare un video, un cortometraggio magari che rappresenti completamente il nuovo lavoro e non solo il singolo.

È prevista l’uscita di un disco; puoi anticiparci qualcosa?

 

Attraverso lo specchio fa da apripista al mio nuovo EP “Sibilo”, che uscirà in tutti gli store e in copia fisica il 3 dicembre, autoprodotto e totalmente indipendente.

Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?

 

Non facile, ormai sono 4 anni che ho avviato il progetto e ho avuto modo di suonare in parecchi locali e fare molti live, però continuo ad avere la sensazione che non ci sia il giusto supporto alla musica, sopratutto a quella emergente. A Roma la situazione è preoccupante e molto in stallo.Tuttavia credo di aver maturaro una certa esperienza perciò continuo a mettere tutto me stesso per trovare e rendere unici gli eventi a cui partecipo.

Quali sono le tue influenze artistiche?

 

Adoro l’indie folk inglese e americano, la musica ambient, le sfumature elettroniche e ho cercato di unire il tutto riportandolo in italiano visto che la maggior parte delle mie influenze sono estere. Ti cito su tutti Bon Iver, James Blake ma anche Ben Howard e Billie Marten , questo ultimo lavoro in particolare è ispirato molto alla musica di Apparat. Se invece devo citarti della musica italiana posso farti i nomi  di Mina e Fabrizio De Andrè.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

 

Ho avuto modo in questi anni di produrre anche altri artisti e con alcuni ho anche suonato e suono. Artisti e amici della scena romana come i Monfloy un duo dream-pop , e ultimamente con gli Urbania , un gruppo del mio quartiere San Basilio con varie uscite pubblicate e attualmente al lavoro sul loro nuovo disco. Inoltre nelle mie produzioni è stato di fondamentale presenza Alessio Gruppuso, fonico e produttore di latina che si è occupato del mastering del nuovo EP presso il suo studio Echo Chamber.

E la collaborazione con Music & Media Press nel lavoro in promozione?

 

Ho conosciuto Elisa, è bastata una chiamata per capire che era quello di cui avevo bisogno. Ogni artista necessita di organizzare il proprio team per poter funzionare. Io sto lavorando al mio, dopo un inizio solitario.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

 

É una domanda difficile. Non c’è qualcosa in particolare. Scrivo e parlo di me e delle mie esperienze e quello che ho capito fino ad ora nella vita è che c’è bisogno di più confronto, di supporto e di comunicazione tra le persone. Tenersi tutto dentro porta solo ad esplodere, ad aumentare le proprie ansie e le proprie paranoie e tristezze. Perciò io sto cercando di  fare per altri qualcosa che qualcuno ha fatto per me, sperando che la mia arte possa essere lenitiva per le persone come lo è per me.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

 

Attualmente ho pubblicato un EP e vari singoli, inoltre ho collaborato alla colonna sonora di un cortometraggio diretto da Luca Di Paolo e di alcuni podcast di robotica. Non mi piacciono i contest o i concorsi dove i musicisti vengono messi in competizione, non hanno senso. Mentre come ho detto anche prima l’esperienza per i concerti qui a Roma e nei dintorni è stata caratterizzata da alti e bassi. Alcuni eventi molto interessanti con altri artisti ed altri in cui sono stato trattato come se non contassi assolutamente nulla. C’è bisogno di più cultura musicale qui.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

 

Penso che in italia ci sia troppa poca visibilità per gli artisti che la meriterebbero. In Italia ci sono molti artisti di valore, sia affermati che emergenti, ma chi ha il potere di gestire le cose o i soldi per farlo, proprina sempre e solo un certo tipo di musica. Qui purtroppo si idolatra ancora la musica leggera, il pop e il rap e non si concede spazio a nessun’altro genere. E non sono contro questo tipo di musica, anzi io stesso ammiro alcuni artisti anche trap come IZI ad esempio, che per me è un talento puro e un grande scrittore, ma c’è troppa poca cultura dietro le cose, e gli artisti sinceri vengono meno o hanno meno spazio. Credo che dovrebbero far studiare la storia della musica nelle scuole e soprattutto gli strumenti, fin da bambini, altrimenti la situazione non cambierà. I potenti fanno leva sull’ignoranza e sul mantenerla, per gestire i loro affari.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

 

Non ne ho pubblicati molti perciò vi consiglio di sentire tutta la discografia per avere una chiara idea di come sto evolvendo musicalmente. Comunque un brano a cui sono particolarmente legato è “Emotivi Anonimi” pubblicato nel dicembre 2018 e dalle sonorità più lo-fi rispetto al mio standard.

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

 

É chiaramente stato un periodo estremamente difficile per tutti, in particolare per quelli che come me già avevano a che fare con situazioni di ansie o depressione. Tutte cose di cui non si parla quasi mai e se lo si fa lo si fa in malo modo. Se c’è una cosa positiva che ha fatto la pandemia e il lockdown è stata quella di far emergere certe problematiche, tanta gente si è ritrovata a lottare con questi demoni, perciò spero se ne parli sempre di più in futuro, la salute mentale è fondamentale e bisogna prendersene cura. D’altro canto ho paura che la gente dimentichi in fretta certe lezioni che ci ha dato la vita, perciò ho dubbi su come verrà gestita questa fase post-pandemia, e spero con tutto il mio cuore che le cose cambino e continuino a migliorare sempre di più in ambito artistico e sociale.

Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?

 

Per ora mi sto concentrando sull’uscita del secondo EP, e continuerò a fare in modo che ogni cosa vada al posto giusto, soprattutto la copia fisica che è la prima volta che faccio. Poi spero di poter tornare a suonare in live più spesso e nel modo migliore. Il processo di creazione musicale per me è abbastanza estenuante, perciò quando sarà tempo continuerò a lavorare sulle nuove demo e coinvolgerò sempre più persone nei miei lavori, la musica vissuta troppo in solitario dopo un po’ perde di senso. I prossimi obiettivi sono quelli di cercare un’etichetta discografica e cominciare a pensare al primo disco ufficiale.

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