Straordinaria e interessante intervista oggi a Lisbona, artista poliedrico che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Da ogni tua paura, approfondiamo con riconoscenza l’intervista a Lisbona, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, Lisbona ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a Lisbona!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Non ho in mente un momento preciso in cui ho iniziato
Ricordo che in principio è stata “colpa” della batteria.
Più o meno quando avevo sette anni, mio padre si trovava a far le prove con la sua band in una sorta di scantinato/tavernetta.
Ricordo subito il fascino per la sezione ritmica ma soprattutto era l’unico strumento che durante la settimana in cui non suonavano, rimaneva lì.
La parte della settimana che separava il giorno di prove dalle prove successive, era il mio momento per imparare.
Tutto per me si svolgeva in funzione di arrivare a quei cinque minuti prima delle loro prove, dove mi era concesso un piccolo momento in cui potevo far sentire i miei progressi.
Quei cinque minuti poi son diventati un brano intero durante la serata e poi tanti altri.
Qualche anno dopo invece l’esigenza di raccontare mi ha portato ad avvicinarmi a chitarra e piano, poi la voce, poi le parole ed eccoci qua.
Come descriveresti la nascita di Da ogni tua paura?
La musica di “Da ogni tua paura” è stata scritta di notte. È iniziato tutto dal basso/lead portante e da una cassa a 126 bpm. Come a volte capita, le parole erano state scritte e poggiate su una musica che oramai non ricordo neanche più. Il filo che unisce ogni frase voleva raccontare uno tra i concetti collaterali più vicini ai sentimenti buoni di una relazione: la “Protezione”.
Protezione nei riguardi di qualcuno a cui si tiene a volte più che a sé. È un “non preoccuparti”, è un “so che puoi farcela, ma ci penso io a te” È un “togliere carico trasportato” nel mezzo di una camminata in salita.
Molto diverso da un “faccio tutto io”, molto più dolce di un “attendere che sia necessario”
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Canzoni pronte a vedere la luce ne ho parecchie.
Probabilmente le più “forti” o quelle meglio riuscite, sono ancora tutte in attesa di un buon motivo per esser pubblicate.
Un disco che le raccolga non credo, anche se ora i singoli usciti sono nove.
Ci sono molti progetti su cui mi sto muovendo che spero suggeriscano il percorso migliore per la mia musica.
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?
Essere “generico” nello sceglierne alcune non renderebbe giustizia agli aneddoti non raccontati.
Fino a qui è stato un viaggio incredibile che mai avrei immaginato così tortuoso.
Sicuramente non è stato un percorso caratterizzato da “scorciatoie”.
Quelli che raccontano che un giorno è successo qualcosa e tutto è cambiato e tutto è diventato facile, non li ho mai presi sul serio.
Molto di questo mestiere credo debba essere “dolorosamente” appreso sul campo.
Serve la giusta quantità di tempo ed errori.
Quali sono le tue influenze artistiche?
I miei ascolti sono sempre stati molto vari.
Ho sempre cercato di analizzare i brani che più mi piacevano per fare mie le idee più vicine alla mia musica.
Ancora oggi ascolto dischi che consumavo già da piccolo e ci trovo sempre idee nuove.
In questo momento sto ascoltando poca musica italiana.
Sono affascinato da FKJ,Daniel Caesar, Jack Garratt, Sohn, anche se ora sono poco vicini alla musica che sto scrivendo.
I nuovi brani che verranno pubblicati avranno un’aria più “danzereccia”, un animo più affine alla “cassa dritta dei festival di elettronica” con ancora un filone cantautorale ancora abbastanza presente.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Ho sempre creduto che le canzoni dovessero avere una sorta di “funzione”.
Scrivere è sempre stata un’esigenza comunicativa o “terapeutica”.
Molti brani lì ho scritti perché dovevo tirar le somme dì una situazione, dire delle cose a qualcuno o anche solo a me.
Altre canzoni invece nascono dalla musica e di conseguenza la pretesa diventa affrontare un mondo sonoro per farlo mio.
Per il resto mi piace raccontare episodi di vita “reale” che ho vissuto o mi son passati molto vicino.
Mi piace non essere astratto, evito le parole tipo “stelle”, “mondi”, “pianeti” e “rondini” come se fossero dei bulli che mi hanno rubato la merenda a scuola.
Poi le canzoni in qualche maniera “accadono” non si sa bene come.
Un attimo prima non c’erano e un momento dopo sono pronte per segnare un momento, per dire quello che serve a qualcuno.
La musica per me rimane sempre un bellissimo mistero che non si può spiegare fino all’attimo dopo che ha preso forma.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Credo che quello che succede tra Instagram e TikTok si stia mescolando in un modo un po’ “bizzarro” con quello che dovrebbe essere la figura di chiunque porti un progetto musicale ad un pubblico.
Credo di essere troppo dentro a questo discorso per poter rispondere a quali potrebbero essere delle migliorie davvero sensate.
Sicuramente la musica dal vivo è sempre una somma di verità.
Chi ha la capacità di rendere felice il suo pubblico dal vivo di solito ha ragione.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Non sono molto incline a riascoltare la musica uscita in precedenza, per lo meno con i miei brani.
“Tostapane” (2018) ricordo che quando l’avevo pubblicata mi toglieva qualche “peso di dosso”.
Sicuramente l’ironia di quel brano non è invecchiata male.
Sorprese e anticipazioni. Cosa bolle in pentola e a cosa stai lavorando?
Il 3 ottobre suonerò alla santeria (Milano) in apertura a Gavin Degraw.
L’evento è già soldout quindi sarà una bella festa.
Questo è l’appuntamento più “vicino” in ordine cronologico.