Incontriamo DADA artista eccentrica ed eccezionale, vita e curiosità partendo da BARBIE

Con grande gioia diamo il benvenuto a DADA, al secolo Roberta Prestigiacomo, artista poliedrica che sta spopolando nelle piattaforme musicali. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro BARBIE, leggiamo con curiosità l’intervista a DADA, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Apprenderemo curiosità, vizi e virtù della musica e della vita, DADA ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Alessandra Placidi, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a DADA!

– Com’è nata tua la passione per la musica?

Potrei girarci attorno ma in realtà mi piaceva un ragazzo che suonava la chitarra e per attirare la sua attenzione ho cominciato a prendere lezioni. Cantavo già in piccole occasioni, prendevo qualche lezione di canto ma non avrei mai immaginato che scrivere canzoni mi venisse così spontaneo e fosse così divertente. Al terzo brano mia madre non ha avuto dubbi e, a mia insaputa, mi iscrisse a quello che sarebbe stato il mio primo contest musicale: il Premio Poggio Bustone (Rieti) dedicato a Lucio Battisti. In quell’edizione del 2006 mi classificai terza e vinsi il premio della critica. Avevo solo diciassette anni. 

– “DADA” vogliamo sapere di più dei tuoi superpoteri…!

Il mio super potere devo ancora capirlo ma sicuramente il palco, la scrittura ed il confronto creativo mi stimolano grande energia e amore per l’umanità. Mi piace lavorare ai miei brani da sola, cosa che ha molti pro e tuttavia altrettanti contro… Ogni volta che collaboro però accadono i veri miracoli. Mi ritengo una ragazza molto fortunata per l’amore che mi è stato donato, per le straordinarie esperienze che ho vissuto e penso che sarebbe fantastico riuscire a trasmettere quest’entusiasmo al pubblico. 

– Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di BARBIE?

 

Erano le 3:30 del mattino di qualche mese fa’ – ogni tanto soffro di insonnia, così – mi sono seduta al tavolo della cucina e ho trovato un vecchio quaderno. Alcune frasi scritte da tempo hanno sbloccato in me l’ispirazione e ho continuato a svilupparle: dentro me cantavo già la melodia di quella che oggi stiamo ascoltando. Ho registrato con un filo di voce l’idea sul cellulare e sono andata a letto. L’indomani ho preso la chitarra e l’ho perfezionata. 

– Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?

Lo spero, ci vorranno molte risorse ma la passione è una macchina che si auto-alimenta. La volontà è importante ma ci vuole anche una buona dose di fortuna, credibilità e originalità del prodotto. 

– Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?

Non mi sono mai fatta troppe illusioni ma non ho mai mollato. La musica mi aiuta a vivere e le sono riconoscente. Il minimo che posso fare è credere nel mio sogno e fare in modo che si avveri con gli strumenti che ho a disposizione. Non basta essere bravi, bisogna essere geniali e geniali ci si nasce. Il compromesso di una grande lungimiranza artistica è ahimè il non essere compresi a primo impatto, anticipare i tempi. Colleziono porte in faccia da quando ho cominciato. Penso sia un buon segno! Sono un’ottimista cronica. Ci sono molti esempi a lungo termine di artisti in continua espansione, anche dopo anni di carriera: non smettono di sorprendere e acquisire nuovi fan. L’ispirazione è quello di cui si nutrono e l’elemento portante della loro arte, la cosa con cui sfamano il pubblico. Il pubblico va conquistato con la semplicità ed un modo di comunicare più chiaro possibile, senza trascurare la poesia. 

L’ho imparato a mie spese e sono felice di poterlo rivelare – la musica, come l’amore è condivisione di emozioni.

– Quali sono le tue influenze artistiche?

Sembra strano per la nostra epoca ma adoro ascoltare Nicola Arigliano, lo swing italiano e italo-americano alla Louis Prima mi fa staccare la spina. Ma

amo molto anche gli chansonnier francesi come Jaques Brel, Serge Gainsburg o italiani come Piero Ciampì, Paolo e Giorgio Conte, Gianmaria

Testa, Ornella Vanoni, Vinicius De Moraes, Sergio Endrigo, Luigi Tenco. Mi piacciono i Pinguini Tattici Nucleari, Coez, i Coma Cose, MACE, Marracash.

Mi piace la musica degli anni settanta, la fusion, lo stile “pop mambo” e soul all’italiana perché raccontano la spensierata Italia del boom economico

(Caterina Valente, Mina, Jhonny Dorelli- anni ’60), l’hard bop di Horace Silver degli anni cinquanta. Poiché mi piace produrle, mi piace ascoltare canzoni sperimentali e moderne, anche poco allineate ai canoni radiofonici: Maestri insuperati che ascolto sempre volentieri sono Caetano Veloso e Battiato ma apprezzo molto anche lo stile moderno e trasversale di Madame e la rivoluzione “newpunk” di Blanco. Colleziono dischi di cantautori e gruppi emergenti. Michael Jackson invece è il mio sogno: l’artista spirituale, faro d’amore su un mondo sempre più confuso e disilluso, talento e ispirazione da vendere, icona eterna. 

Quali sono le tue collaborazioni musicali?*

Ho collaborato con artisti di tante estrazioni: musica da club, indie folk, cantautorato classico come Pippo Pollina, Jaka, ION, Alessio Mereu;

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Una volta un amico mi ha detto “le tue canzoni mi hanno aiutato ad uscire da un periodo difficile”. Mi piacerebbe condividere contenuti che abbiano a che fare con questa tipologia di supporto alle persone. L’energia che sprigiona una bella canzone può sostanzialmente cambiare un essere umano, modificare il suo stato mentale e i suoi pensieri, di conseguenza le sue azioni e il suo futuro. Dovremmo fidarci di più di questi “campi sottili” perché è proprio su questa base che un’artista può fare la differenza. Vorrei provare a giocare con le leggi dell’armonia universale, con la forza del “bello” che fa riflettere, l’amore profuso attraverso le vibrazioni sonore. 

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Essendo il mio progetto al primo singolo potrei parlare di quanto sia stato divertente arrivare alla consapevolezza di dover prendere una decisione e un orientamento decisivo per allargare il mio pubblico. Non vedo l’ora di poter implementare qualcosa di nuovo su questo frangente e continuare a svilupparlo. Ricordo tutti gli step che mi hanno portato ad essere DADA con grande nostalgia e gratitudine: la collaborazione con diversi autori e produttori, interpreti come Adriana Prestigiacomo (mia sorella) con cui ho inciso un EP dal titolo “Fiori Nuovi – Sorelle Prestigiacomo” nel 2018, Un disco in dialetto siciliano prodotto da Sasa Flauto nel 2019, un altro di musica alternative in italiano dal titolo “Cigno” – prodotto con Donato Di Trapani, un singolo dal titolo “Magic Key” con Alessio Mereu producer sardo, due singoli dove ho prestato la voce a ION artista russo, Chiara Adamo (che con la mia “Rumore” è arrivata ad Area Sanremo), Pippo Pollina (un singolo e due tour europei 2018/2019), Jaka artista siciliano/fiorentino con cui ho inciso “C’è Nu Jardinu” (2014)- un grande successo. Innegabile la soddisfazione di aver partecipato a molti eventi e concorsi sia nell’ambito del Conservatorio di Trapani e di Bucarest, sia privatamente (Musicultura, Calabria Award, Musicily, Premio Poggio Bustone) e di aver prodotto musica per sincronizzazioni pubblicitarie e teatro (Luana Rondinelli, “Taddrarite” 2013). Tutti gli approfondimenti si possono trovare nella mia bio integrale.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

Penso che la musica italiana si stia sempre più allineando ai canoni internazionali: è un fattore che ha sia dei pro che dei contro. Tempo fa dire “musica italiana” o “pop italiano” aveva una caratterizzazione specifica. Tuttavia penso che il bello deve ancora arrivare perché personalmente percepisco il pop italiano oggi come in fase di assestamento verso un obiettivo che si manifesterà in tutta la sua importanza e allora sarà universalmente riconosciuto e apprezzato. Trarre ispirazione dal pop-latino o il rock americano è una cosa che sicuramente fa salire l’hype di un artista ma dopo occorre metterci del proprio rischiando di non piacere o di non venir immediatamente capiti. Madame, in questo, per esempio, è stata una vera rivoluzione e l’ammiro molto.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Ho pubblicato dei lavori in passato che ho elencato nelle domande precedenti, sarebbe bello dare ai miei ascoltatori una panoramica del mio background ma consiglio di non farlo: non sto rinnegando me stessa ma adesso ho cambiato forma, l’attinenza con il passato non è fondamentale per me.

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

Sono stata circondata da amici, amore e buone idee – certo ho avuto anche paura – ma una bella opportunità nel 2020 mi ha risollevato: l’inclusione come “Sorelle Prestigiacomo” nella compilation “Divani & Balconi – Aria Di Canzoni” (c) 2020 – 802 Records. Il pezzo presentato insieme ad Adriana è “Una Grande Novità”. Il ricavato della compilation è stato devoluto all’associazione Jesurum – Milano, che per l’occasione ha distribuito aiuti economici e farmaci alle famiglie monogenitoriali e ai nuclei familiari con figli disabili durante la pandemia. 

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