DIO BRANDO e altre storie, raccontate direttamente da Sakküra

Straordinaria e interessante intervista oggi a Mattia Sacchetti, pseudonimo di Sakküra, artiere poliedrico che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro DIO BRANDO, leggiamo con senso di empatia l’intervista a Sakküra, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica, Sakküra si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Red&Blue, Cantieri Sonori, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto a Sakküra!

SAKKURA – INTERVISTA IL BLOG DI ANDREA

Com’è nata tua la passione per la musica?

Mi sono avvicinato al mondo della musica da bambino, ascoltando in macchina canzoni dance e rock anni 70/80/90 in macchina con mio padre. Mi sono innamorato della musica di quegli anni e la ascolto ancora tutti i giorni. La vena artistica posso dire che è esplosa all’età di 16 anni quando ho scoperto il mio grande amore per il beatbox. Da lì ho iniziato a sperimentare sempre di più e posso dire che devo ringraziare proprio la beatbox che, sperimentandola su TikTok, mi ha dato notorietà e di essere dove sono ora e fare la mia musica.

Usa tre aggettivi (e perché) per descrivere “Sakküra” e il suo personaggio…

Sakküra è ironico, stravagante e minuzioso.

Anche se i temi trattati non sono del tutto allegri, si riesce a renderli più leggeri proprio grazie all’ironia, stravagante perché ci rivedo il mondo e la società in cui viviamo e per ultimo minuzioso perché, nonostante siano molto diversi tra loro, nei testi dei miei brani, si nasconde sempre un messaggio ben preciso. So che al momento ne avete ascoltato solo uno ma presto capirete (sorride).

Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Com’è stato il processo di creazione di DIO BRANDO?

Personalmente per ogni pezzo butto sempre giù prima un’idea di linea musicale con il beatbox. La registro semplicemente sul telefono e poi una volta che mi convince penso al testo, a quello di cui voglio parlare e inizio a scrivere il testo.  Per “Dio Brando” il procedimento è stato esattamente questo; volevo scrivere un pezzo che presentasse il mio alter ego “Sakküra” al pubblico, raccontando chi è e cosa vuole raggiungere. L’ho portato in studio dal mio produttore Marco Canigiula e li è stato creato l’arrangiamento definitivo. Ho scelto come personaggio per la prima uscita sui digital Dio Brando perché mi identifico molto in lui. Per chi non lo dovesse conoscere, Dio Brando è uno dei personaggi antagonisti principali del manga “Le bizzarre avventure di Jojo. Gli anime sono una delle mie grandi passioni e ho scelto lui perché è eccentrico, ha un fascino particolare e ha un fortissimo desiderio di prendersi ciò che gli spetta, con qualsiasi mezzo. Nella track io sono Dio Brando.

Il lavoro è accompagnato da un video?

Il pezzo è uscito sui digital store a marzo e purtroppo nello stesso periodo quasi tutta Italia è tronata in zona rossa. Purtroppo, questa pandemia mondiale ha sicuramente rallentato delle cose, ma non volevamo aspettare ancora per far conoscere al pubblico Dio Brando. Per questo motivo non siamo riusciti a realizzare subito un filmato ma non è escluso che presto possa uscire, posso dire che ci stiamo lavorando.

È prevista l’uscita di un disco?

Ho molti pezzi già pronti realizzati con il mio team di Cantieri Sonori. Sicuramente prima di un albumusciremo con qualche altro singolo e poi perché no in futuro buttare fuori tutto il disco.

Quali sono le tue influenze artistiche?

Ho sempre ascoltato molti generi musicali diversi. La mia “comfort zone” la trovo nei generi dance e rock internazionali degli anni 70/80/90, soprattutto artisti e gruppi come i Pink Floyd, Depeche Mode, Billy Idol, i Queen , i Gazebo. Un altro genere che amo molto ovviamente è il rap sia italiano che internazionale, con artisti come Snoop Dogg, 50 Cent, Noyz Narcos e Izi.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Ad essere sincero ho appena iniziato e non ho ancora avuto modo di collaborare con altri artisti ma se devo pensare al futuro e anche un po’ sognare mi piacerebbe poter collaborare con artisti del calibro di Noyz Narcos, Izi, Tha Supreme e Leon Faun. Li ritengo tutti artisti fantastici e dallo stile inconfondibile.

E le collaborazioni con Red&Blue, Cantieri Sonori nel lavoro in promozione?

L’incontro con Cantieri Sonori è avvenuto l’anno scorso, sono stato contattato da Marco Canigiula a febbraio e verso luglio ho firmato il mio primo contratto con loro. Abbiamo iniziato a lavorare ai pezzi e si dà subito mi sono trovato benissimo e a mio agio a lavorare con loro. E’ difficile trovare persone che credono in te e si fidano delle tue intuizioni e Marco lo ha fatto lasciandomi totalmente carta bianca. Il lavoro con Red&Blue è iniziato subito dopo l’uscita di “Dio Brando” sui digital store. Cantieri Sonori collabora già da mesi con Marco Stanzani e il suo team, quindi, hanno fatto tutto loro e devo dire che mi sento davvero fortunato e sono felice di avere intorno a me un team così professionale sotto ogni fronte.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Non c’è un messaggio vero e proprio ma solo far conoscere il vero me senza filtri raccontando le mie paure e le mie gioie passate e presenti. Tutto il mio ideazione è sullo stile di questo primo pezzo che, come mi piace chiamarli, sono di genere “AniTrap”. Posso già dirvi che tutti i miei pezzi contengono riferimenti al mondo degli anime, li uso come metafore per esprimere dei miei pensieri, alcuni tratti dalla mia personalità e degli avvenimenti che hanno segnato la mia vita, tutto in chiave “noir”.

 

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

La scena musicale italiana credo sia piena di artisti validissimi. Soprattutto al giorno d’oggi è molto più semplice fare musica; basta avere un computer, un microfono, un paio di cuffie e soprattutto delle buone idee. I social sono anche uno strumento molto utile e sicuramente immediato per far conoscere la propria musica più facilmente. E poi, cosa da non sottovalutare, trovare un buon team di lavoro pronto a supportarti. Una volta, magari, degli ottimi artisti che avrebbero potuto avere un grandissimo successo, sono rimasti nell’ombra perché, sfortunatamente, non hanno trovato un’etichetta disposta a produrli. Infine, una cosa che cambierei di questi tempi è sicuramente la moda, a mio avviso ridicola, di alcuni artisti di farsi dissing solo per creare hype. Ci si dovrebbe far conoscere per la propria musica e non per un finto battibecco.

Come stai vivendo da artiere e persona questo periodo del covid-19?

Il periodo non è sicuramente facile per nessuno ma io cervo di trovare sempre il lato positivo alle situazioni. Diciamo che il COVID è stata un po’ la mia fortuna, mi ha dato tantissimo tempo per pensare e creare, forse senza questo periodo non sarebbe nato “Sakküra”.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?  

Il mio sogno più grande è quello di fare arrivare la mia musica a più gente possibile, vedere come le persone di tutte le età reagiscono ascoltando le mie canzoni e come interpretano i miei testi.


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