Con grande gioia diamo il benvenuto alla band Flusso93 , formazione poliedrica che ci sorprende coi suoi prodigi artistici. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Ghiaccio sulla pelle, condividiamo con piacere l’intervista alla band Flusso93 , grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita dei componenti, la formazione Flusso93 si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto alla band Flusso93 !
Com’è nata vostra la passione per la musica?
La passione per la musica è cresciuta insieme alla nostra amicizia, influenzandosi reciprocamente. Lentamente la musica rap è diventata il linguaggio attraverso cui comunicare, esprimere emozioni e condividere esperienze. Quando è nato Flusso93, abbiamo riscoperto una passione sopita per tutto ciò e, attraverso di essa, abbiamo riscoperto anche noi stessi. Poi anche il rap ha iniziato a starci stretto e abbiamo iniziato ad esplorare nuovi orizzonti musicali, sperimentare con i suoni e le parole, e trovare un modo unico per esprimere la nostra identità…o almeno ci proviamo.
“Flusso93 ” vogliamo sapere di più dei vostri superpoteri…!
Beh, non siamo supereroi e non abbiamo superpowers, ma abbiamo qualcosa di altrettanto potente: la nostra musica. Il nostro superpotere è la capacità di trasformare emozioni e storie in versi, di creare un flusso continuo di sentimenti e riflessioni che riesce a toccare il cuore e la mente di chi ascolta. In sintesi, il nostro superpotere è forse la capacità di comunicare, di connetterci con gli altri. E questo, per noi, vale più di qualsiasi abilità sovrumana.
Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro Ghiaccio sulla pelle?
Il testo del brano è nato di getto durante una delle nostre solite serate in auto ad ascoltare musica. Era una notte come tante, ma con un’atmosfera particolare. Le luci soffuse e il silenzio della città creavano uno scenario perfetto per lasciare fluire i nostri pensieri. Mentre guidavamo, ci siamo ritrovati a parlare delle nostre esperienze, delle emozioni intense che spesso ci travolgono e di quel senso di freddo che a volte sentiamo dentro. La musica in sottofondo ha fatto il resto: ogni nota sembrava suggerire una frase, un’immagine, un ricordo. È stato un processo naturale, quasi magico. Abbiamo iniziato a buttare giù parole, frasi, sensazioni, senza filtri. Il brano ha preso forma così, spontaneamente, rispecchiando il nostro stato d’animo in quel momento.
E com’è nato il suo videoclip?
Volevamo che il videoclip rappresentasse la nostra essenza e il mood in cui desideriamo immergere gli ascoltatori, creando un ponte tra ricordi e presente, tra la passione e il desiderio. Ogni inquadratura è stata pensata per riflettere questo dualismo: immagini nostalgiche che richiamano il passato si mescolano a scenari contemporanei. Crediamo che il regista (Adriano Giotti) sia riuscito ad esprimere in maniera perfetta tutto ciò regalando una dimensione surreale alla canzone.
È prevista l’uscita di un disco?
Domanda che ci pongono in tanti, ma la risposta al momento è no. Ci stiamo riflettendo su da tempo ma non ci sembra questo il momento adatto per noi. Non vogliamo un album che risulti una semplice playlist o una raccolta di singoli scollegati fra loro, in questo momento stiamo sperimentando forse troppo per poter realizzare ciò che potrebbe significare per noi un disco. Prima o poi arriverà, ne siamo certi.
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
La strada verso il nostro sogno non è mai priva di sfide: fatica, stanchezza, stress, ansia, delusioni… Ma c’è anche tanto di bello e divertente. Non vogliamo che la musica resti solo un passatempo, ma diventi la nostra professione. Questo significa impegno, dedizione, preparazione e anche ore passate a interrogarci se ne valga veramente la pena. È un percorso arduo e che anche nel piccolo comporta rinunce, ma quando arrivano le soddisfazioni e guardi indietro, anche il più grande degli ostacoli sembra solo un minuscolo sassolino nella scarpa. Stiamo investendo molto e abbiamo acquisito una maggiore consapevolezza rispetto al passato, sia su ciò che vogliamo raggiungere che su chi siamo veramente, forse la cosa più importante di tutte.
Quali sono le vostre influenze artistiche?
Forse la domanda corretta era “quali non sono”… Siamo veramente delle spugne e ci immergiamo nell’ascolto di tonnellate di musica ogni giorno. Senza dubbio diremmo tutta la scena rap milanese, tutta la pop/dance di fine 90 primi 2000 così come tonnellate di synthwave e in generale musica LoFi più o meno sperimentale. Non ci concentriamo su artisti specifici, ma piuttosto su diversi filoni musicali che esploriamo soprattutto anche per piacere personale.
Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
Abbiamo collaborato con molti artisti negli ultimi anni. Sicuramente, a livello canoro, le collaborazioni più interessanti sono state quelle con Ile Co in “Baci a metà” e con Micha Soul e Giani KG in “Flowesia Mixtape”. Per quanto riguarda le produzioni, da tempo abbiamo collaborazioni fisse con Kiquè Velasquez e Evan 017, che ci hanno accompagnati nel nostro percorso fino ad oggi. Tuttavia, non sono mancate altre collaborazioni, come quella con Dario Pruneddu, sempre in “Baci a metà”.
Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
Ci sforziamo di trasmettere messaggi chiari e non fraintendibili, evitando la demagogia e cercando di esplorare temi complessi con profondità emotiva e intellettuale. Vogliamo che i nostri ascoltatori non solo comprendano le nostre canzoni, ma che possano anche riflettere su di esse e trovarvi significati personali. In ogni brano, cerchiamo di mantenere una visione quasi poetica, che va oltre il superficiale, per cogliere l’essenza di ciò che vogliamo comunicare. Siamo consapevoli dell’importanza di creare un impatto duraturo e di stimolare la sensibilità degli ascoltatori attraverso le nostre parole e le nostre melodie. In questo modo, speriamo di lasciare un’impronta nel cuore e nella mente di chi ci ascolta, incoraggiando la riflessione e il dialogo su argomenti che toccano profondamente il nostro essere umani.
Parliamo delle vostre pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Nel corso dell’ultimo anno, una delle esperienze più gratificanti è stata la fondazione del “Collettivo Ikaros APS”, un’associazione che riunisce artisti con l’obiettivo di promuovere l’arte e la musica attraverso l’organizzazione di eventi live spesso a scopo sociale. Siamo tra gli ideatori e i soci fondatori di questo progetto e abbiamo dedicato molto impegno non solo nel tempo, ma anche nella nostra musica durante gli eventi che abbiamo organizzato. Crediamo molto nell’universalità dell’arte e nelle collaborazioni interdisciplinari e nell’impatto positivo che tutto ciò può avere sulla nostra società.
Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
La scena musicale italiana sta attraversando una fase di crescita, con una varietà e vitalità che catturano sempre più attenzione sia a livello nazionale che internazionale, il che è certamente positivo. Tuttavia, si avverte una mancanza di spazi e opportunità concrete per i giovani artisti, dove le dinamiche economiche sembrano distaccarsi sempre più dall’essenza stessa della musica. I lughi in cui far crescere il famoso “sottobosco” sono quasi del tutto spariti in molte città italiane e questo da terreno fertile a venditori di false speranze e ci costringe a confrontarci con un algoritmo e non con un microfono in mano. Questo fenomeno mina la coesione delle scene locali che, per lungo tempo, hanno funzionato da trampolino di lancio per numerosi talenti.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Vi consigliamo le altre due produzioni del nostro mitico Evan: “Libera” e “Solo Noi”. Questi due brani sono molto diversi sia per tematica che per stile, ma crediamo che in entrambi possiate ritrovare l’essenza della nostra musica. “Libera” tratta un tema molto forte ed attuale, i disturbi alimentari, che affliggono una larga fetta della popolazione giovanile e che sono davvero pericolosi oltre che per la salute fisica anche per quella mentale. In questi casi l’amore non è di certo una medicina o un consulto medico ma senza dubbio un elemento essenziale per il cammino di guarigione.
“Solo Noi” invece è un brano spensierato, racconta le serate fra amici, senza pensieri e con la sola voglia di ballare. Sono due brani quasi agli antipodi ma entrambi ci fanno capire che la vita è una e va vissuta ogni istante al massimo.
Quali sono i vostri programmi futuri?
Stiamo dedicando molto tempo in studio per le prossime pubblicazioni. Al momento, come dicevamo prima, non stiamo pensando ad un album completo, ma abbiamo diversi singoli in cantiere. Quello che possiamo dire a te e ai lettori è che se deciderai di contattarci di nuovo, potremo organizzare molto presto una nuova intervista, magari parlando di un brano ancora più fresco!