Onorati e privilegiati, diamo il benvenuto alla band Gravenia, formazione poliedrica che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Cosmo, leggiamo con senso di empatia l’intervista alla band Gravenia, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita dei componenti, la formazione Gravenia si svelerà con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto alla band Gravenia!
Come è nata la vostra passione per la musica?
La musica nella nostra vita è sempre stata molto importante, suscitando da subito fortissime sensazioni. Personalmente, ho sempre considerato l’espressione musicale come una cosa seria, intima, vicina, una vera e propria relazione, iniziata fin da bambino con i dischi di mio padre e poi con quelli dei miei zii. Una ricerca continua di nuovi gruppi, nuove facce, nuovi suoni.
Cosa significa e come è nato il nome Gravenia e il suo sound?
Sarebbe stato facile darvi una definizione chiara e coincisa del termine, ma, in realtà, la parola Gravenia è frutto della nostra immaginazione. Nasce da un illusorio stato mentale di gravità accompagnato da un sound cupo, ridondante, elettrico. Da un punto di vista sintattico-lessicale è immediata l’assonanza con il nome di due piante: la graminia, pianta rosso fuoco resistente al calpestamento e capace di non scomparire mai nei secoli, e la gardenia, una sempreverde che forma un arbusto denso e compatto.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica). Come è stato il processo di creazione di Cosmo?
Sempre prima la musica. Ci vediamo in saletta, attacchiamo gli strumenti e iniziamo a jammare. Si può partire da un basso, una chitarra o dal groove di batteria e se quello che ne esce ci piace, si comincia a pensare ad un pezzo. Altrimenti, può anche succedere di portare alle prove qualcosa di già strutturato. Nel caso di “Cosmo”, tutto è iniziato da un semplice arpeggio di chitarra ed è finita con una canzone molto istintiva.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Abbiamo scelto di non limitare in nessun modo l’ascolto con delle immagini visive che avrebbero potuto condizionare l’immaginario di Cosmo. Ci piace l’idea di lasciare totale libertà a chi ascolta il pezzo.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Cosmo è il primo singolo di un concept album, composto da 10 tracce, che uscirà il 20 dicembre con Overdub Recordings.
Come è stato il percorso dall’esordio a oggi?
Siamo attivi dall’ottobre del 2022 e, da quel momento, abbiamo passato molto tempo in saletta a scrivere canzoni e cominciato a suonare in alcuni live club della zona, condividendo il palco con altre band. A settembre 2023, con il desiderio di riordinare un po’ le nostre idee e le nostre tracce, siamo entrati in studio per registrare il nostro primo album.
Quali sono le vostre influenze artistiche?
I nostri ascolti sono tra loro molto affini, spaziamo dallo stoner al grunge, dagli anni ’90 a qualche influenza di quelli ’70: le epoche che più di tutte rispecchiano il nostro sound.
Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
Abbiamo collaborato in qualche serata con alcune band della nostra zona, altre, invece, le abbiamo conosciute sui piccoli palchi di Roma e dintorni. Ci auguriamo di farlo al più presto anche con le band della famiglia Overdub. Ci piacerebbe condividere dei live anche con loro, magari superando i confini della Capitale.
Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
Vorremo semplicemente essere noi stessi, non preoccuparci di cosa trasmettere, ma di cosa sentiamo quando suoniamo. C’è un sentimento e qualcuno se ne accorgerà.
Parliamo delle vostre pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Siamo sempre in cerca di live, i concorsi ci piacciono meno. Al momento stiamo affrontando la nostra prima pubblicazione e siamo concentrati su quello.
Cosa ne pensate della scena musicale italiana e cosa cambiereste/migliorereste?
Possiamo parlare della scena musicale underground italiana per quello che nel nostro piccolo viviamo, interfacciandoci personalmente con l’ambiente. Ci sono tantissimi gruppi nel settore che fanno fatica ad emergere, ottime band che fanno musica alternativa di qualsiasi genere, nascosti in piccoli locali bui. Forse anche questo è il bello, devi andarle a scoprire e, di questi tempi, non tutti sono ottimi ricercatori.
Oltre al lavoro in promozione, quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Cosmo è la prima traccia dell’album e, per continuità stilistica, non possiamo che consigliarvi di seguire semplicemente l’ordine dell’album, pensato, organizzato e non casuale, un po’ come si ascoltavano i dischi un tempo.
Quali sono i vostri programmi futuri?
Sicuramente i live, cercare di far arrivare la nostra musica a quante più persone e tornare in studio al più presto. Queste sono le nostre attuali intenzioni e ambizioni.