ARIANNAH senza segreti, da HOPE ai più interessanti retroscena!

Accogliamo calorosamente a ARIANNAH, nome d’arte di Arianna D’Angelo, artiere poliedrica che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro HOPE, leggiamo con senso di empatia l’intervista a ARIANNAH, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita, ARIANNAH si confiderà con noi con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, BIT Records, Sandro Odoardi, le esperienze, come Arisa, Rossana Casale, People Move e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a ARIANNAH!


Com’è nata tua la passione per la musica?

Ho sempre amato la musica fin dal primo giorno di vita, da piccola suonavo qualsiasi oggetto producesse un suono, adoravo inventare melodie e cantarle in una lingua immaginaria.

Com’è nato “ARIANNAH” e il suo personaggio, il suo sound?

Ariannah è nata grazie alla fusione dei generi musicali che ascolto di più: Pop, Country e Folk.

Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro HOPE?

“Hope” nasce dal periodo che stiamo vivendo. Diciamo che mi sono trovata di fronte un bivio: combattere per realizzare i miei sogni o abbattermi, così ho deciso di darmi da fare il più possibile per cambiare quello che potevo.

E com’è nato il suo media?

Il suo media è girato nei luoghi che avevo in mente e mi hanno ispirata durante la scrittura della track.


Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?

Sto valutando con lo staff la possibilità di racchiudere “Hope” in un Ep.

In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?

Se torno indietro, mi rendo conto di quanto sono cresciuta sia artisticamente che come persona nonostante per me sia solo l’inizio.

Ho avuto un percorso sempre in salita, con tanti ostacoli che mi hanno resa consapevole del lavoro costante e della forza che ci vuole per fare della musica il proprio lavoro.

Quali sono le tue influenze artistiche?

Nella mia musica c’è una grande influenza americana, Taylor Swift e Avril Lavigne sono le cantautrici che adoro in assoluto. Ascolto anche: Foo Fighters, Pink Floyd e molti altri gruppi Rock.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

E le collaborazioni con Red&Blue, BIT Records, Sandro Odoardi nel lavoro in promozione?

Ho avuto la fortuna di avere un team molto professionale e sensibile, devo molto a Sandro Odoardi per aver sempre creduto in me, per avermi insegnato tanto, per aver fatto anche l’impossibile. Se non fosse per la Bit Records, Red&Blue e Clarissa D’Avena non avrei modo di far ascoltare “Hope”, lavorano con costanza e in maniera impeccabile e non posso che esserne grata.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Voglio portare positività, riflessione e sensibilità. Mi piace affrontare problemi comuni e trovarne una soluzione. Attraverso la musica voglio anche portare avanti i valori che mi sono stati trasmessi e far capire ai miei fans quanto sono importanti.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di live, concerti e concorsi come l’apertura dei concerti di Arisa, Rossana Casale, o del programma People Move e della sigla che hai scritto?

Aprire i concerti di Arisa e Rossana Casale è stato meraviglioso, ricordo l’adrenalina e il pubblico che portava il tempo sulle mie canzoni, non lo dimenticherò mai.

Con “People Move” ho conosciuto da vicino il mondo della radio e le sue dinamiche, mi sono divertita molto a realizzare la sigla ed è stata una bella soddisfazione sentirla ogni sabato pomeriggio all’inizio della puntata.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

Penso che la scena musicale sia vasta. Rispetto a qualche anno fa, oggi riusciamo ad ascoltare in radio molti generi musicali diversi.

Sicuramente darei più visibilità agli artisti emergenti.

Oltre al lavoro in promozione quale altro pezzo ci consigli di ascoltare?

Consiglio di ascoltare una delle cover che ho realizzato durante il lockdown: Times like these dei Foo Fighters.

Come stai vivendo da artiere e persona questo periodo del covid-19?

Da artiere faccio tutto il possibile per sfruttare ogni secondo del mio tempo, le prime settimane del lockdown ero abbattuta, poi ho dovuto trovare la forza per reagire. Come persona volevo delle risposte e non riuscivo a trovarle, i dubbi su quello che stava accadendo mi assillavano. Ora sono fiduciosa e inizio a vedere finalmente uno spiraglio di luce.

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Attualmente sono impegnata su produzioni da terminare e spettacolo da portare live, sperando di tornare sul palco il prima possibile.

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