“Luci spente sul palco”, in anteprima assoluta Sky TG24 il giorno 16 maggio è il singolo di Alice & Peter (Gianni Venturi, Chiara Brighenti – Margherita Parenti – Marika Pontegavelli), che accompagna l’uscita del disco “L’amore è una grazia” (PMS Studio – BMRG edizioni) in radio e negli stores dal 20 maggio . Un album che narra dell’amore, l’amore indispensabile, che si cela dentro ad ogni opera, l’amore che è energia, l’amore totale. Ne parliamo con Gianni Venturi, ideatore del progetto…
Come nasce Alice & Peter?
Volevo organizzare una lettura di poesia e pianoforte con le poesie d’amore che sarebbero poi diventate “L’amore è una grazia”, poi ascoltando le note ed il mio canto, abbiamo sentito l’esigenza di formare una band che potesse rappresentare al meglio l’energia d’amore che stava nascendo, ed ecco Alice & Peter! Marika è la pianista degli Altare Thotemico,
Quindi tutto nasce da una mia raccolta di poesie “L’amore è una grazia”, pubblicata contestualmente all’album omonimo. Dopo tanti anni di sperimentazione che mi ha procurato grandi recensioni, ma poco pubblico, mi sono reso conto che una parte di me se ne restava timida in diparte, la sottile evanescente danza dell’amore. All’inizio mi sono sentito quasi fuori luogo, ma poi ho pensato: perché no? In fondo sono un bipolare creativo, in me c’è tutto quello che ho creato e quello che è ancora da creare.
Come è nato il singolo “Luci spente sul palco”?
Una sera magica in sala prove, una serata malinconica, avevo un testo da definire che narrava della malinconia della fine del tango come la fine dell’amore. Mentre io recitavo il testo Marika ha sfiorato il piano, Chiara toccato le corde, poi Margherita, così è nato il brano. Da poesia si è trasformato in un canto che narra la fine del tango e le braccia di una donna in cerca d’amore e attenzione, che danza e si abbraccia da sola. Poi lo scorrere del tempo, quando da vecchio ripensi alla presenza, ai baci non dati e a tutto l’amore perduto, come il tango che non puoi più danzare… Ho voluto giocare con la band con il jazz il tango e, perché no, un pochino di pop.
Un mood che il video (https://youtu.be/UvgOU3t4ehI) rappresenta visivamente con grande forza emotiva: l’assenza e la sentita presenza, lo scorrere degli anni, la solitudine ed il ricordo degli anni felici della balera; racconta così la fine dell’amore come se fosse la fine del tango, le luci si spengono e torna la malinconia solitaria, lei che danza da sola avvolta dalle sue stesse braccia. Le piccole cose, narrate da Eugenio Squarcia, regista, appaiono come gesti solenni: il video si apre con ricordi memorie morbide e serene, poi la solitudine della vecchiaia con la ricerca o il sentire una presenza, una sorta di fantasma onirico. Da tanti anni lavoro con Lucien Moreau, ovvero Eugenio Squarcia, abbiamo un progetto discografico insieme, conosco la sua genialità, la capacità di raccontare come pochi fotogrammi, la malinconia e la presenza\assenza.
Tu Gianni hai un percorso molto ricco e denso di esperienze in ambito musicale, come ti sei avvicinato alla musica?
Che domanda difficile, tutto nella mia vita è musica, mio Padre eccelso fisarmonicista, mia Madre zingara ballerina di tango, in certe sere nonostante la povertà la mia casa si riempiva di musicisti, e noi bimbi a cantare e a danzare felici. Poi la fatica del vivere si rimostrava, ma poi ancora musica.
Ho cominciato suonando il basso in una orchestra di liscio, poi il primo 45 prodotto da Roberto Costa con alle spalle Lucio Dalla, poi Blues sottile prodotto dalla Fonoprint. I progetti sono stati numerosi negli anni: Altare Thotemico band progressiva, il primo disco arrivato primo in Italia e terzo nel mondo nei prestigiosi Prog Award come disco di debutto progressivo. Ho realizzato tre dischi con gli Altare, due con Moloch, progetto dedicato alla beat generation, due solisti, strutture solo vocali, batterie bassi, tastiere formate dalla voce e poesia. Poi Tazebao con Gigi Cavalli Cocchi, molte parti in latino, dedicato all’eresia Catara. Poi Qohelet con Alessandro Seravalle, con il testo tradotto da Ceronetti e poesie mie.
Quali artisti ti hanno ispirato?
Bach, Miles Davis, Demetrio Stratos, Leo Ferrè, potrei citarne tanti altri, ma questi mi hanno plasmato.
Cosa bolle in pentola per i prossimi mesi?
Dopo il successo della presentazione del disco live a Bologna, lo scorso 23 maggio, saremo impegnati nella promozione; io personalmente sto realizzando un disco solista di poesia sonora, che uscirà a settembre, un disco sperimentale con Chiara Brighenti già contrabbassista di Alice & Peter, una raccolta degli articoli del mio blog, per ora questo e forse un lavoro con Fabio Guglielmo Anastasi.
Ph. Rubina W. Paradisi