La sensualità ricercata e l’avvolgente vocalità black-soul di Sara Laure tornano a corroborare di pathos ed eleganza la sua mission “Women Empowerment” in “Voilà” (Cosmophonix Artist Development/Altafonte Italia), un vero e proprio inno contemporaneo all’emancipazione femminile e all’equità di genere.
Un impegno, quello della giovane e talentuosissima cantautrice italo-africana, nato dall’intreccio di vocazione, inclinazione personale ed esperienze di vita vissuta, che l’ha portata ad esprimere, attraverso le sue release, i gap quotidiani cui, ancora oggi, molte donne si ritrovano dover far fronte.
Raccontarsi per raccontare; questo il concetto chiave del successo della brillante queen del pop-soul italiano, che dopo aver dimostrato un’impeccabile ed esplosiva miscela di attitudine, carisma, sensibilità e groove in “Prima Donna” ed aver dissipato la fitta coltre di giudizi e preconcetti sull’estetica femminile in “Habit serrée”, scardinando la sempre più comune e deleteria analogia tra esposizione mediatica consapevole ed oggettivazione del corpo della donna, fa centro con un pezzo volto a smantellare un altro cliché ancora troppo radicato nella cultura globale, che è possibile riassumere nella locuzione tedesca “Für eine Frau machst du das aber ganz gut” (“Te la sbrighi bene, per essere una donna”).
Stereotipi, pregiudizi e luoghi comuni spesso banalizzati con sferzante sarcasmo, tramandati da una cultura prettamente maschilista, che la raffinata artista veneta mette in luce mediante liriche e sonorità super catchy, con l’intento di sottolinearne l’insidiosità in un tessuto sociale sempre più orientato a stigmatizzare per poi smentirsi dietro il sipario del politically correct anziché mettere in discussione sistemi e dottrine di pensiero arcaiche, con la volontà di dar voce prima e vita poi ad uno spaccato in cui congetture e convenzioni sessiste anacronistiche non siano rovesciate, ascrivendo quindi un maggior prestigio alla figura femminile, bensì rese effettivamente eque ed equilibrate, nel rispetto di ciò che è la natura umana, oltre il concetto di genere e appartenenza sessuale, attribuita e percepita.
«Fin da piccolina – dichiara Sara Laure – ho dovuto imparare ad essere indipendente, a saper contare su me stessa, addossandomi spesso anche responsabilità che non avrei dovuto portare sulle spalle. Sono sempre stata matura e coscienziosa e crescendo, ho avuto a che fare con uomini che faticavano tantissimo ad accettare la mia determinazione, ad accettare donne ambiziose e che sanno esattamente quello che vogliono. Alcuni di loro, provavano un vero e proprio fastidio nel sapere che il mio primo pensiero era ed è sempre stato il lavoro: la mia carriera, il lasciare un segno in questa mio cammino sulla Terra. Ci tengo a dire che non voglio generalizzare, fortunatamente non tutti gli uomini sono così, ma nessuno dovrebbe esserlo! Purtroppo, ancora oggi, noi donne dobbiamo fare tripli salti mortali quotidiani per poter raggiungere i nostri obiettivi, per cambiare le regole del gioco ed essere, davvero, al pari di colleghi e amici uomini. Io sono grata di essere forte abbastanza per seguire le mie regole, le mie idee, ma non tutte le ragazze hanno la mia stessa tempra. Voglio lasciare un mondo più equo alle future generazioni, un mondo in cui non esistano etichette e dove il sesso con il quale nasci, così come quello che ti senti, non possa in alcun modo influire sulla carriera e su ogni ambito della routine di ciascun essere umano».
Scritto di getto in un pomeriggio della scorsa estate dalla penna icastica e graffiante di Sara Laure e prodotto dal fidatissimo team di Cosmophonix Production, “Voilà” canta la rivincita sulla subdola e insensata ghettizzazione nei confronti di quel “gentil sesso” la cui definizione, per troppo tempo, ha collimato con “sesso debole”, rappresentando in musica la libertà di essere e sentirsi donna.