Da 5 DI MATTINA a tutta la sua vita, giù la maschera per MARCO VILLAN

Con grande piacere diamo il benvenuto a MARCO VILLAN, artista poliedrico che raccoglie consensi a go-go. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro 5 DI MATTINA, pubblichiamo con gratitudine l’intervista a MARCO VILLAN, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Scopriremo interessanti retroscena musicali e di vita, MARCO VILLAN ci condividerà con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Alex La Gamba, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a MARCO VILLAN!

Com’è nata tua la passione per la musica?

Penso sia nata e cresciuta con me. I miei mi raccontavano che da piccolo preferivo “far rumore” con pentole, bicchieri, piatti piuttosto che giocare con le macchinine. Crescendo la colpa principale  è da attribuire al “Petrof” di  mio padre. Su quei tasti ho trascorso gran parte della mia adolescenza: ore ed ore seduto ad imparare ad ascoltarmi e cercare di riprodurre ad orecchio le canzoni che più mi piacevano.

I giorni passavano ed io non me ne accorgevo perché ero felice cosi…. Per questo, i miei genitori decisero di farmi prendere lezioni di pianoforte.

Com’è nato “MARCO VILLAN” e il suo personaggio, il suo sound?

Non mi piace essere definito personaggio. Ho sempre privilegiato e anteposto l’essere umano, in qualsiasi tipo di situazione: lavorativa, personale, amicale. Ritengo che il mio sound sia il frutto di quello che prevalentemente ho ascoltato negli anni e quello che mi piace.

A volte l’ispirazione ti coglie quando meno te l’aspetti. È stato così per 5 DI MATTINA?

Ho avuto quasi l’esigenza di scrivere “Cinque di mattina” quando, nel 2016 passava ripetutamente un’immagine forte: la bambina siriana (utilizzata poi per l’immagine di copertina del singolo) come immagine simbolo dei conflitti del tempo. Mi sono soffermato su quegli occhi ed il ritornello è venuto da sé. Per le strofe, ho preso in mano la chitarra ed ho osservato in tarda notte i tetti delle case di Roma… alcuni edifici altissimi! La bramosia di potere dei potenti che opprime i precetti morali. Da lì è partito il mio viaggio interiore musicale ed ho pensato: come si tiene a bada il desiderio di potere, di conflitto, di violenza dell’individuo? Con i valori di solidarietà, con l’amore che avevo avvertito fortissimo negli occhi della bambina, rubati attraverso la foto, ed ho cercato solo di convertire in musica “il poter andare in un luogo dove non fosse necessario difendersi”.

E com’è nato il suo videoclip?

   No videoclip.

In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, vuoi raccontarcele?

 

Mi sono trasferito a Roma da giovanissimo per fare musica e ho avuto la fortuna di calcare pachi importanti, in manifestazioni altrettanto importanti tuttavia, probabilmente, non ero pronto ad uscire con la mia musica. Oggi sono consapevole della musica che scrivo e di chi sono grazie all’esperienza che ho maturato, delle porte in faccia ricevute e delle tante cose belle che, nel frattempo, ho vissuto.

Quali sono le tue influenze artistiche?

Il mio genere varia tra il jazz ed il pop. Sono curioso e mi affascinano le nuove sonorità ma sono altrettanto legato alle pietre miliari del cantautorato italiano.

  • Quali sono le tue collaborazioni musicali?

 

Parlo del singolo appena uscito: Cinque di mattina. è stato mixato e masterizzato da Marco Borsatti a Bologna; registrato nel Procube Studio di Pierangelo Ambroselli a Roma; nel brano che ho prodotto e arrangiato hanno partecipato Roberto Gallinelli al basso, Francesco Piantoni al pianoforte, Alessandro Inolti alla batteria Francesco Raucci alle chitarre, Marcello Sirignano Roberto Fallarino, agli archi, Giacomo Campolo, Flaminia Lo Bianco e Francesco Sacchini ai cori.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

Anche se la vita, a volte, è complicata, dolorosa e complessa l’arte (che sia il piacere estetico, le idee o la musica che ascoltiamo) regala dei momenti di felicità o di riflessione che molte volte si contrappongono alla noia o al dolore che ci capita di vivere in alcuni momenti e ci perdiamo, almeno temporaneamente, nell’ascolto, nell’osservazione. Ecco, vorrei che ogni mia canzone evocasse delle immagini, dei sentimenti, la rappresentazione di una parte di realtà che ho vissuto e che, come me, spero poter far rivivere ad altre persone.

  • Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi

Ho inciso come cantante jazz un disco con la Saint Louis Big Band con la quale ho avuto la fortuna di cantare in numerosi Festival Jazz italiani con artisti di fama internazionale. Da solista all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nel 2015, ho presentato quattro dei miei inediti nell’ambito della rassegna “Jammin”. Da ultimo, lo scorso ottobre, ho partecipato al Proscenium Festival della Canzone D’autore di Assisi con il brano “Cinque di Mattina”.

  • Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

 

La verità è che non sono particolarmente attratto dall’attuale scena musicale italiana (si ascolta in giro prevalentemente rap e trap!!!). L’evoluzione tecnologica, in musica, ha dato sicuramente una spinta innovativa e immediata alla creatività perché si può fare musica ovunque. Ma la musica che si suona non è per chiunque… con le giuste dinamiche umane si trasmettono emozioni, sensazioni che difficilmente una macchina riesce a riprodurre.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

 

E’ superfluo ribadire quanto la pandemia sia entrata con dirompenza e negativamente nelle nostre vite tuttavia mi ritengo fortunato perché, anche a distanza,  ho potuto proseguire i miei lavori con i musicisti e da  vocal coach insegnare ai miei allievi.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

 

Ti rispondo  con una canzone di Pino Daniele che si chiama Alleria… ecco vorrei tanta allegria.

Di sogni nei cassetti ne ho talmente tanti che a volte potrei costruire armadi pronti a contenere tutti i miei più grandi desideri. L’augurio che mi faccio è quello di arrivare a tutti in maniera autentica con la mia musica, rimanendo sempre me stesso, con la mia semplicità ed i miei sentimenti più veri.


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