Diamo oggi il benvenuto alla band Fainest, formazione poliedrica che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Chuck Berry, leggiamo con curiosità l’intervista alla band Fainest, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Scopriremo interessanti retroscena musicali e di vita dei componenti, la formazione Fainest ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Sorry Mom, Pier Pank, Mastermaind, le esperienze, come Non ci sto dentro più, Taac e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto alla band Fainest!
– Com’è nata vostra la passione per la musica?
La passione nasce dalla voglia di esprimerci. La musica rap d’oltre oceano e anche quella nostrana ci hanno influenzato mostrandoci il potenziale espressivo di questo genere dove le parole hanno un’importanza fondamentale. Per questo, tra i banchi di scuola, abbiamo approcciato a questo mondo ognuno con la propria personalità e con la sua storia da raccontare. L’arte scorre nelle nostre vene essendo stato lo zio di Blade un grande sassofonista italiano “Larry Nocella” e lo zio di Dily un grandissimo pittore di fama internazionale “Michele Tramontana”.
– Com’è nato “Fainest” e il suo sound?
Fainest nasce dalla voglia di due compagni di classe delle superiori di esprimere la loro creatività e sfogare il loro bisogno di scrivere !
Il nostro sound, come noi, è in continua evoluzione. Siamo stati sempre coerenti con il nostro vissuto e la musica, di conseguenza, ci ha sempre rappresentato come vestito e come forma di ciò che in quel momento eravamo. Siamo passati da una prima fase più grezza e street ad una più matura, profonda ed attenta nella scelta di un sound più originale.
La parola Fainest, è invece un italianizzazione dell’aggettivo finest. Essendo della zona Milano-Est (Pioltello) il gioco di parole si riferisce molto autocelebrativamente al “fine est”… il “meglio della est”. La nostra scelta di italianizzarlo è stata una scelta puramente patriottica… non avremmo mai voluto essere presentati come i “feinest” a livello di pronuncia.
– Da un incontro o da uno scontro, tutto può essere ispirazione. Com’è nato il lavoro Chuck Berry?
Chuck Berry nasce dalla nostra ultima wave funky che a nostro giudizio è quella che meglio ci rappresenta oggi. Perché il funk ?! Perché è alle origini di tutto il movimento rap, Hip hop e non solo. Perché Chuck Berry ?! Perché pur non essendo in connessione diretta col funk rimane uno dei padrini della black music che tanto amiamo. E poi quanto spacca Chuck Berry, dai !?
– Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Assolutamente! Girare video musicali è una delle nostre più grandi passioni. Crediamo che il clip sia un immancabile supporto al valore di un singolo. Ci piace mostrarci ed esaltarci per quello che siamo ed amiamo lavorare a quattro mani con il nostro team per creare video musicali sempre di grande qualità ma soprattutto con un filo-logico e uno storyboard avvincente…diciamo che non lasciamo mai nulla al caso… siamo i Fainest! Ringraziamo, salutiamo e mandiamo un fortissimo abbraccio alla nostra preziosissima amica Margherita Zanatta per essere stata parte integrante del nostro video!
Per noi è sempre una gioia giocare con le telecamere… ancor di più quando si ha l’occasione di divertirsi con un’amica ma soprattutto una grandissima professionista come La Marghe!
– Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Beh… chi può dirlo. In realtà dopo 3 album all’attivo, abbiamo deciso di sperimentare questo nuovo modo di lavorare… fare release sempre a stretto giro singolo dopo singolo cercando di essere attuali il più possibile, non che prima non lo fossimo ma la logica dell’album solitamente può voler dire fare musica in un certo modo… noi vogliamo fare musica e basta !
– In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, volete raccontarcele?
Per rispondere a questa domanda crediamo dovreste annullare i vostri impegni per il weekend, scherzi a parte, come in tutti i percorsi, come in tutti i viaggi, ci sarebbero mille cose da raccontare. Alla base di tutto dovete considerare che siamo davvero due vulcani di idee e di creatività. Questo modo di essere ci ha spesso premiato ma ci ha anche regalato dei brutti quarti d’ora. Amiamo davvero tanto scrivere e l’aver intrecciato i nostri microfoni ci ha permesso di evolvere, imparare l’uno dall’altro e in qualche modo compensarci. Il nostro punto di forza è la differente forma di raccontare la stessa visione di vita. Ha affascinato sempre i nostri follower, ma in primis è una cosa che ci ha sempre resi orgogliosi e fieri di noi stessi. Il palco è il nostro habitat, dobbiamo ammettere che questa pandemia mondiale ci ha penalizzato molto essendo arrivata forse in un momento nostro storico dove più che mai avevamo bisogno di calcare palcoscenici per sentirci noi stessi e per respirare il calore del pubblico che per noi è aria vera e propria. Siamo felici nel guardarci indietro perché in questo modo riusciamo a vedere e ricordare da dove siamo partiti e tutto quello che abbiamo fatto. Sky is the limit… come disse Biggie ! Non ci accontenteremo e andremo avanti per la nostra strada.
– Quali sono le vostre influenze artistiche?
Su questo siamo molto versatili. Michael Jackson, Marracash, Earth Wind and Fire, Eminem, Wu Tang Clan, Kool & The Gang, Chuck Berry, James Brown, 2Pac&Biggie, la Black Dance ’80, il Funk, tutta la black music in generale, si può dire che amiamo l’ottima musica !
– Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
Abbiamo collaborato con diversi artisti sia in termini di featuring che a livello di produzione. Mastermaind e Kermit the Prod. con cui abbiamo pubblicato l’album “Invincibili”.
Katerfrancers (PowerFrancers) per il singolo “Fare L’Artista”, Danti che ha collaborato con noi nella produzione del singolo “I sogni non hanno budget” e che ci ha sempre dato ottimi consigli.
– E le collaborazioni con Sorry Mom, Pier Pank e Mastermaind nel lavoro in promozione?
Sorry Mom è una realtà con cui abbiamo iniziato a collaborare proprio con Chuck Berry. Pier Pank ha lavorato a diversi nostri video dandoci un valore aggiunto molto prezioso. Mastermaind è il nostro uomo alle macchine. Il vero fautore del nostro sound.
– Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
Che i sogni non hanno budget. Sembrerà un tripudio di frasi fatte ma siamo pur sempre parolieri quindi diamo molto credito alle cose ben scritte. Non bisogna mai arrendersi, mai smettere di inseguire i propri sogni e, una new entry da poco, che se si rimane a casa non succede nulla ! Marra in una track che si intitola bentornato spiega che se lotterai, lo otterrai e lo terrai con te, ciò che ci fa andare avanti è il credere fortemente che ognuno debba vivere la propria vita a pieno inseguendo il proprio scopo e cercando di realizzarsi. La nostra vita è la musica e stiamo combattendo ogni giorno per far si che la musica diventi la nostra vita. Probabilmente perché in realtà per noi la musica è vita e senza non saremmo niente, o meglio, non ci sembrerebbe di essere vivi senza !
– Parliamo delle vostre pregiate esperienze di live, concerti e concorsi come Non ci sto dentro più e Taac?
Dobbiamo ammettere che grazie ai live ci siamo regalati le emozioni più grandi nella nostra vita. Siamo riusciti ad esibirci addirittura d’innanzi a migliaia di persone in diverse occasioni e a condividere il palco con la Serie A del panorama musicale. Ci piace definirci degli show-me, ci divertiamo e ci sentiamo vivi quando ci esibiamo e la risposta che otteniamo dal pubblico è sempre al di sopra delle nostre aspettative. Siamo molto umili anche se non sembrerebbe, il fatto è che ci riesce bene questa roba.
Il regalo più grande è vedere il nostro messaggio “arrivare” a chi in quel momento è sotto al palco ad ascoltarci.
– Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
Domanda molto scottante. Nel mondo così come in Italia la tendenza è quella di dare molta più importanza all’aspetto estetico e alla forma piuttosto che all’essenza di un musicista: il suo talento, la sua sensibilità e la sua capacità di trasmettere emozioni. L’asticella si è oggettivamente abbassata. Laddove si millanta fratellanza, brotherhood, stima e rispetto c’è in realtà una lobby di pochi che fa la differenza se parliamo a livello promozionale. Artisticamente non temiamo il confronto con nessuno, ma siamo consapevoli di essere fuori da questo rap game e sinceramente ne siamo molto felici. Miglioreremmo il modo in cui lo scouting viene fatto. Non siamo contro i talent, assolutamente ma gli A&R dovrebbero uscire dagli uffici ed andare ad ascoltare musica nei club e nei locali come si faceva un tempo. Dicono che questo tipo di discografia sia morta, in realtà crediamo che le ragioni siano altre e ben evidenti. Nell’era dello digitali di ascolto per le discografiche indipendenti è diventato difficile guadagnare con la musica pertanto tutti cercano di massimizzare il profitto con il minimo sforzo. Gli investimenti per i progetti validi ma emergenti sono molto diminuiti, quasi inesistenti. Il problema è che nell’arte questa cosa non dovrebbe succedere.
Ovviamente ciò non significa che non ci sia qualità. Siamo contenti di essere stati con Taac precursori di una wave urban-funk che non c’era mai stata in Italia e riconosciamo che la tendenza attuale è quella di ridare credito all’autorato, alle parole ed alla qualità. Il mercato a nostro avviso è molto saturo di tante copie dello stesso prodotto e ripetitivo in molti aspetti. Ci solleva la percezione di vivere un momento storico dove sembrerebbe esserci un inconscio ritorno da parte del pubblico alla disperata ricerca di originalità. Questo è un ottimo segnale !
– Oltre al lavoro in promozione quale altro singolo ci consigliate di ascoltare?
Sicuramente Taac e James Brown, che insieme a Chuck Berry sono il trittico della nostra nuova wave urban-funk.
– Come state vivendo da musicista e persona questo periodo del covid-19?
Dobbiamo ammettere che questa situazione è stata un durissimo colpo. Ci ha impedito, come dicevamo prima, di fare ciò che più ci fa sentire noi stessi: esibirci su un palco. Speriamo che presto passi tutto anche per la necessità che abbiamo di ritornare alla vita di sempre. Una cosa che abbiamo visto è che il Covid non ha tirato fuori il meglio dalle persone. Ma la musica può farlo, lo ha sempre fatto. Gazzè ne sa qualcosa di quanto una musica possa fare !
– Quali sono i vostri programmi futuri?
C’è tanto di Fainest ma ci saranno anche tantissime sorprese. Da sempre lavoriamo autoralmente per diversi artisti e questo ci sta regalando grandi soddisfazioni. Stiamo sicuramente provando a sederci dall’altra parte della scrivania promuovendo giovani talenti e nuova musica, senza mai ovviamente dimenticare ciò che vogliamo più di ogni altra cosa: essere i Fainest!