Straordinaria e interessante intervista oggi a Riccardo Ancillotti, artista poliedrico che raccoglie consensi a go-go. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Katmandu, condividiamo con piacere l’intervista a Riccardo Ancillotti, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, Riccardo Ancillotti ci condividerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Entriamo nel vivo dell’intervista e diamo un caloroso benvenuto a Riccardo Ancillotti!
Com’è nata tua la passione per la musica?
I miei genitori sono musicisti e negli anni settanta erano componenti di una band di disco music che suonava regolarmente nelle piu’ importanti discoteche della Toscana facendo ballare e cantare migliaia di persone , sicuramente quelle emozioni , quei suoni e quei ritmi in qualche modo mi sono stati trasmessi nei primi anni di vita e successivamente mio padre e mia madre hanno sempre sostenuto la mia crescita musicale facendomi studiare fin da piccolissimo pianoforte classico.
Il personaggio può essere una maschera, protettiva quando ci esibiamo. Calato il sipario, chi troviamo dietro Riccardo Ancillotti e il suo personaggio?
Domanda bellissima , difficile rispondere: dietro la maschera c’e’ una persona sensibile e attenta al dettaglio ( a volte un po’ troppo) , scrupolosa e piuttosto esigente ma non sempre in grado di riuscire a manifestarlo come vorrebbe.
Sicuramente disponibile e pronto ad impegnarmi e a mettermi in gioco se ne vale la pena.
Non amo le cose “fatte tanto per fare” e senza professionalita’ piuttosto preferisco non fare e non disperdere energie inutili.
Se ti rispondo “vediamo” e’ gia’ un no.
Come è stato concepito il lavoro Katmandu?
Ero a cena fuori con amici, tornato a casa, per infastidire (sono dispettoso per natura) i figli ventenni della mia compagna che stavano guardando rilassati un film sul divano, mi sono piazzato davanti alla tv ballettando e canticchiando all’improvviso e senza motivo “Katmandu Katmandu” cosi’ come la conoscete ma a cappella ovviamente; una volta terminato il fastidioso teatrino sono andato a prepararmi per la notte e lavandomi i denti mi sono accorto che continuavo a canticchiare questa cosa strana, apparentemente nuova ed insolita, decido quindi di registrarne un clip telefonico al volo prima di addormentarmi, per sicurezza.
La mattina dopo mi sono alzato senza piu’ pensarci ma durante la tarda mattinata mi e’ tornato in mente e ho riascoltato il clip audio, ho sentito a quel punto che c’era qualcosa di piu’ in quel clip, un potenziale embrione da non sottovalutare, mi sono messo calmo a capire quale potesse essere il suo sviluppo ed ho iniziato a comporre testo e musica che venivano liberi e da soli, soltanto in un secondo momento ho preso lo strumento in mano per comprendere e trascrivere armonicamente le scelte compositive melodiche che avevo gia’ intrapreso liberamente a voce appunto senza strumenti.
Il lavoro è accompagnato da un video?
Assolutamente si , il video di Katmandu , Regia dei Phrones , si trova sul mio canale ufficiale youtube.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Si esattamente il percorso inizia con “Duchessa Innamorata” uscito in Aprile 2024 e continuera’ con altri brani, quasi sicuramente 8 ( da capire se 8 o 10 ) che si concludera’ con l’uscita dell’album nei primi mesi del 2025.
Nei prossimi mesi seguiranno ancora tre singoli entro fine 2024.
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso! Quali sono le tue influenze artistiche?
Posso sicuramente considerarmi un cantautore con tantissima gavetta ed esperienza alle spalle, questo e’ dovuto sicuramente alla mia eta’ non piu’ giovanissima che se da una parte puo’ privarti di quella inconsapevolezza irriverente e brillante dei 20 anni dall’altra ti dona la meravigliosa comprensione delle cose e la capacita’ di gustarsele padroneggiarle un pochino di piu’ e sceglierle con maggiore identita’ artistica.
Le mie influenze musicali sono numerose e sicuramente affondano le radici nella musica italiana ed internazionale che va dagli anni ’60 circa a tutti gli anni ’90. Sono un profondo appassionato e conoscitore dei Beatles ed un grande amante di Lucio Battisti.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Ne cito una per tutte , nel 2005 ho avuto l’onore ed il piacere di comporre il brano che Umberto Tozzi ha cantato al festival di Sanremo dal titolo “LE PAROLE “ canzone che dara’ poi il titolo all’album stesso.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
La mia arte e’ il tentativo di voler rappresentare, comunicare la mia esperienza di vita, sia interiore che esteriore, le mie canzoni sono un percorso, un pezzo di me che arriva o che va, sono le mie storie d’amore vissute o che avrei voluto vivere, sono la leggerezza ed il divertimento che vivo o che vorrei regalare a chi mi ascolta, sono un po’ quella nostalgia e quella malinconia che a volte ci prende e che vorrei condividere per ricordarci sempre che non siamo soli e che quel disagio che a volte senti tu lo conosco e lo sento anche io e magari cosi’ pesa un po’ meno, sono una testimonianza di quello che succede “qui da queste parti, su questo piano” , sono il mio modo di cercare di trascrivere le emozioni che provo e che forse tutti proviamo, in suoni e parole per sentirsi piu’ vicini, piu’ simili.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Nel 2009 sono arrivato finalista al concorso sanremoweb59 che mi ha permesso di essere ospite seduto sul palco dell’Ariston per le 5 serate consecutive del Festival allora condotto da Paolo Bonolis.
Credo che prima di tutto un artista, un cantautore che si reputi tale, debba suonare e cantare e farsi una grande esperienza di live in ogni contesto e situazione, cito una frase che mi disse una volta il grande Gianni Morandi dopo aver ascoltato alcune mie cose, “Riccardo non conosco grandi segreti o trucchi, credo che valga una sola grande regola oggi, ieri e domani: prendi la chitarra e vai a a suonare nei bar, se deve succedere qualcosa, prima saranno bar, poi piccole sale, poi teatri e poi chissa’“ .
Trovo che queste parole siano la base di cio’ che significa essere cantautori, attitudine che oggi si e’ un po’ persa, un po’ confusa a mio avviso, sembra si voglia partire dal punto di arrivo e le conseguenze a volte si sentono.
Nel rispetto di questo pensiero non ho al momento stadi pieni in attesa 🙂 ma continuo con Amore e dedizione a suonare i miei live numerosi e costanti ogni mese in location e situazioni diverse sempre con il mio pianoforte e con il mio repertorio.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
La musica italiana e’ una risorsa straordinaria ed inevitabilmente o prima o dopo sforna sempre qualcosa di bello e memorabile, certo la scena negli anni e’ cambiata molto ed attualmente per certi aspetti il main stream si e’ fortemente omologato al sistema internazionale rischiando di appiattirsi un po’ in termini di suoni, originalita’ e scelte artistiche.
Oggi tuttavia abbiamo una grandissima disponibilita’ di scelta ed, abbracciando anche le produzioni indipendenti, si possono cogliere perle straordinarie grazie alle piattaforme digitali senza dover per forza seguire soltanto la moda del momento o l’imposizione di mercato.
In verita’ c’e’ piu scelta, piu’ consapevolezza e piu’ liberta’ di ascolto e questo lo si vede bene nei giovani che non hanno alcun pregiudizio ad ascoltare il main stream piu’ imposto del momento contestualmente ad una proposta apparentemente sconosciuta che poi scopri avere tutto un suo mondo ed un suo pubblico.
Oggi puoi esistere con la tua realta’ senza necessariamente essere all’interno di un circuito chiuso ed il pubblico questo lo sa, (forse meglio degli addetti ai lavori) conosce e naviga dentro questo mondo soffermandosi tutte le volte che ascolta qualcosa che gli piace.
Le piattaforme digitali e gli algoritmi della IA nella nuova era ci stanno in realta’ aiutando in questo, certamente a noi artisti spetta la responsabilita’ di far bene il nostro lavoro creando Musica vera e di qualita’ che soprattutto abbia qualcosa di concreto e genuino da raccontare e che possa rimanere nel tempo.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Vi consiglio di ascoltare 3 brani : – Dov’ero Dov’eri –-Agosto in Citta’ – Tre settimane da raccontare (cover di Fred Bongusto )
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Continuare nel mio progetto artistico producendo e pubblicando le mie canzoni e continuare a suonare davanti alle persone e per le persone facendo conoscere al pubblico il mio repertorio musicale perche’ ne vale la pena, perche’ ne sono profondamente convinto e perche’ se lo conosci poi lo ami.